Il tema "Donne e scienza" al centro dell'attualità
Nicole Dewandre, capo dell'unità "Donne e scienze" presso la Direzione generale della Ricerca della Commissione europea, ha dichiarato al Notiziario CORDIS che in questo momento la causa propugnata dalla sua unità vive sicuramente una "fase di grande slancio". Gli oltre 500 partecipanti alla conferenza "Ricerca e genere", in calendario l'8 e 9 novembre a Bruxelles, costituiscono una prova a favore della sua affermazione. Da quando, ad aprile del 1998, il tema "Donne e scienza" ha fatto la sua prima apparizione nell'agenda della Commissione, la sua visibilità è continuamente aumentata. A gennaio del 2001 è stata creata l'unità "Donne e scienze" su iniziativa del Direttore generale della DG Ricerca Achilleas Mitsos. "Gli sviluppi avevano dimostrato che il tema [donne e scienza] era importante e strategico, al cuore dei dilemmi della scienza e della società. Ed il commissario Busquin gli ha assegnato un posto di rilievo nella strategia dello Spazio europeo della ricerca (SER). Il segnale è costituito dall'affermazione che tale aspetto merita una propria unità, nonché dall'evidenziazione della nostra responsabilità in termini di risultati ottenuti attuando il nostro piano d'azione", ha spiegato la Dewandre. Le donne attive nelle scienze sembrano apprezzare le iniziative della Commissione. Giungono richieste da tutti i paesi d'Europa, in particolare per pubblicazioni, ma anche relative alla partecipazione di rappresentanti della Commissione alle manifestazioni. In considerazione del numero di richieste, è in ristampa la relazione dell'ETAN (Rete europea di valutazione tecnologica) sulla "Promozione dell'eccellenza tramite l'integrazione della parità tra i generi". Le appartenenti al gruppo di Helsinki "Donne e scienza", un gruppo di funzionarie delle amministrazioni nazionali impegnate nella promozione delle donne nella ricerca scientifica, "riferiscono continuamente che l'appartenenza a questo gruppo rafforza le loro posizioni nei rispettivi Stati membri o paesi associati", ha dichiarato la Dewandre, aggiungendo che si tratta di "una situazione ad esito positivo per tutte le parti in gioco". Le appartenenti al gruppo di Helsinki sono talmente soddisfatte di contribuire all'aumento della visibilità delle donne nel settore scientifico che ora sono loro stesse ad esortare la Commissione a fare ancora di più. Durante una riunione del gruppo, svoltasi a maggio, le iscritte hanno proposto una valutazione critica congiunta delle loro politiche. "Si trattava evidentemente di un'opportunità molto interessante", ha affermato Nicole Dewandre. "Più interessante della semplice esposizione di come avvengono questi processi". Di conseguenza, la prima pubblicazione ufficiale del gruppo di Helsinki, riguardante il "benchmarking delle politiche nazionali per promuovere il ruolo delle donne nella scienza in Europa", sarà disponibile alla fine dell'anno. Durante la riunione di dicembre del gruppo di Helsinki si discuteranno le valutazioni delle politiche nazionali. "Intendiamo proporre al gruppo di Helsinki di intensificare la cooperazione. Per ora ha operato fornendoci informazioni in un contesto nazionale, di modo che la Commissione potesse fare una sintesi e ridistribuire a tutti la conoscenza degli avvenimenti in tutti gli Stati membri", ha dichiarato la Dewandre al Notiziario CORDIS, aggiungendo: "Ora che questa fase è compiuta, è il momento di riflettere a come possiamo intensificare la cooperazione tra i membri". Ella ritiene che la relazione ETAN abbia avviato "una dinamica interessante" con il gruppo di Helsinki, inducendolo a scegliere volontariamente una forma nuova e più ricca di cooperazione. Le attività della Commissione in merito al tema "Donne e scienza" saranno ampliate per includere i paesi associati all'UE. Tali paesi hanno partecipato al gruppo di Helsinki fin dalla sua fondazione, ma non sono stati presi in esame nella relazione ETAN. La Commissione sta comunque recuperando il tempo perduto, e sta per varare uno studio sulla specificità della situazione nell'Europa centrale ed orientale. I paesi candidati non saranno certo sottorappresentati all'imminente conferenza "Genere e ricerca". Saranno presenti oltre 580 partecipanti, tra i quali 100 relatori. Alla manifestazione saranno presenti circa 40 paesi. La Dewandre considera la conferenza anche "un'opportunità per innescare il dibattito a livello nazionale". L'obiettivo è che le delegazioni, tornate nei propri paesi, proseguano il dibattito a livello nazionale, diventando esse stesse agenti del cambiamento nei rispettivi Stati, o continuando ad esserlo. Nicole Dewandre è consapevole delle sfide che la attendono, ma è anche ottimista sul rapporto tra donne e scienza nel futuro. "La difficoltà consiste nel fatto [...] che quando non si presta attenzione al genere, non si chiariscono le questioni o si smette di ribadire queste cose a tutti, si torna improvvisamente all'invisibilità. Gli effetti di spillover sono difficili da ottenere", ha dichiarato la Dewandre. "Non è sufficiente avviare un processo per vederlo realizzarsi. Se non si tiene conto di questa realtà, se la si ignora, allora tutto torna ad essere come prima". "D'altra parte sono convinta che si viva davvero una fase di grande slancio nella comunità delle donne scienziato e degli uomini sostenitori delle pari opportunità, che non intendiamo escludere. Al contrario, ciò significa che chiunque s'impegna su tale tema deve essere motivato", ha dichiarato.