Diritti di proprietà intellettuale: una relazione mette in guardia contro gli svantaggi per i paesi in via di sviluppo
La commissione per i diritti di proprietà intellettuale ha pubblicato una relazione nella quale afferma che, se i diritti di proprietà intellettuale (DPI) verranno estesi senza tener conto delle situazioni dei singoli paesi in via di sviluppo, la riduzione della povertà in tali paesi risulterà compromessa. La commissione per i diritti di proprietà intellettuale è costituita da esperti in scienze, diritto, etica ed economia, provenienti sia dai paesi in via di sviluppo che da quelli industrializzati. Il gruppo è stato creato al fine di esaminare le possibilità di migliorare il funzionamento dei diritti di proprietà intellettuale per i paesi in via di sviluppo. "I paesi industrializzati spesso agiscono in base all'assunto secondo cui ciò che è vantaggioso per sé stessi probabilmente lo sarà anche per i paesi in via di sviluppo", ha affermato John Barton della Stanford University, presidente della commissione. "Nel caso dei paesi in via di sviluppo, tuttavia, una maggiore e più intensa protezione non è necessariamente positiva". Recentemente, l'utilizzo dei brevetti è stato promosso nel quadro del processo di globalizzazione, poiché si ritiene che essi siano essenziali per consentire alle aziende di recuperare il costo degli investimenti sostenuti per lo sviluppo dei prodotti. Tuttavia, i brevetti sono stati anche oggetto di critiche, in quanto principale ostacolo ai progressi nel campo della salute pubblica e della sicurezza alimentare nelle regioni più povere. Gli abitanti dei paesi in via di sviluppo, infatti, potrebbero trovarsi dinnanzi ad un aumento dei prezzi dei medicinali e delle sementi. Secondo la relazione, invece di adottare uno standard internazionale per la tutela della proprietà intellettuale, i paesi in via di sviluppo dovrebbero elaborare delle leggi in materia di proprietà intellettuale che promuovano una crescita più generale. Inoltre, essi dovrebbero accordare maggiore importanza alla necessità di conciliare i propri interessi commerciali con l'esigenza di ridurre la povertà che essi si trovano ad affrontare.