Un progetto dell'UE consente di creare un'inedita rete di monitoraggio oceanico nel bacino del Mediterraneo
I partecipanti ad un progetto europeo stanno sviluppando un'inedita rete per il monitoraggio e la previsione in ambito oceanico fra i paesi del bacino del Mediterraneo. Tale rete ha per obiettivo la fornitura delle informazioni e delle risorse necessarie per una gestione più efficace dell'ambiente marino del Mar Mediterraneo. La rete MAMA (Mediterranean network to assess and upgrade the monitoring and forecasting activity - Rete per la valutazione e l'aggiornamento dell'attività di monitoraggio e previsione nel Mediterraneo) è finanziata nell'ambito della sezione "Energia, ambiente e sviluppo sostenibile" (EESD) del quinto programma quadro (5PQ). Dotata di un bilancio pari a 2,37 milioni di euro, la rete MAMA riunisce esperti di 31 istituti marini, i quali rappresentano cinque Stati membri, accanto a Malta, Cipro, Turchia, Palestina, Israele, Slovenia, Croazia, Egitto, Siria, Algeria, Albania, Tunisia, Marocco, Libia, Serbia e Montenegro. Lo sviluppo urbano, il turismo, la crescita della popolazione, l'agricoltura intensa e lo smaltimento dei rifiuti industriali e domestici hanno causato, nel corso degli ultimi cinquant'anni, un forte inquinamento e degrado ambientale nel Mar Mediterraneo e nelle relative zone costiere. Tuttavia, come ha spiegato al Notiziario CORDIS la dott.ssa Silvana Vallerga, coordinatrice del progetto MAMA, per gestire questo degrado ambientale non basta semplicemente affrontare le cause dell'inquinamento. "L'inquinamento è solo uno dei problemi. Un'attività coordinata di monitoraggio e previsione in ambito oceanico, basata su solidi dati scientifici ed accompagnata da un'affidabile valutazione, rappresenta il modo più efficace per gestire, e quindi salvaguardare, il Mar Mediterraneo", ha affermato la dott.ssa Vallerga. Il nuovo sistema si propone di migliorare la comprensione e la valutazione della circolazione e del movimento dell'acqua marina. Inoltre, offre la possibilità di effettuare osservazioni, in tempo reale, dell'ambiente marino e previsioni sul cambiamento climatico. "Riconoscere le esigenze della popolazione e migliorare la sicurezza e l'efficienza della navigazione marittima sono aspetti altrettanto essenziali per lo sviluppo sostenibile della regione", ha spiegato la coordinatrice del progetto. Sebbene esistano già dei sistemi di monitoraggio, secondo la dott.ssa Vallerga le loro capacità sono limitate. La funzione del progetto MAMA è stata quella di identificare le lacune di questi sistemi al fine di costruire, per la prima volta, una "rete di copertura dell'intero bacino" per il monitoraggio oceanico, nel quadro del sistema GOOS (Global ocean observing system - Sistema globale di osservazione degli oceani). "La rete MAMA collega tutti i paesi del Mediterraneo: ciascuno di noi è coinvolto, perché è importante valutare la presente situazione in termini di capacità e risorse umane", ha dichiarato la dott.ssa Vallerga al Notiziario CORDIS. Il consorzio, spiega la coordinatrice, è molto soddisfatto dei risultati ottenuti fino ad oggi nell'ambito di tale iniziativa. Fin dall'avvio del progetto MAMA, è stata condotta un'indagine nei paesi partecipanti, analizzando le risorse umane, scientifiche e tecniche disponibili a livello nazionale. Inoltre, è stata sviluppata una base di conoscenze per gestire i dati scientifici raccolti nei paesi partecipanti. Tuttavia, l'esercizio più importante in termini di creazione di capacità è rappresentato dall'avvio di un programma di scambio fra il personale degli istituti marini partecipanti. "I contatti personali sono fondamentali per il successo della rete", ha sottolineato la dott.ssa Vallerga, aggiungendo che il programma di scambio ha aiutato la rete a confrontare le esperienze e ad uniformare le pratiche. La dott.ssa Vallerga ha spiegato che l'"approccio MAMA" ha ottenuto un riconoscimento internazionale e che altre regioni sono interessate ad applicare un analogo sistema di monitoraggio oceanico. Inoltre, i partecipanti al progetto MAMA intendono collaborare con alcuni partner della regione del Mar Caspio e del Mar Nero, al fine di preparare una proposta di progetto nell'ambito del sesto programma quadro.
Paesi
Albania, Bosnia-Erzegovina, Cipro, Algeria, Egitto, Croazia, Israele, Libano, Malta, Slovenia, Siria, Tunisia, Turchia