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Fornire un’infrastruttura internet flessibile

Ricercatori finanziati dall’UE hanno ideato una tecnologia di prossima generazione che potrebbe rendere internet più veloce, più sicuro e sufficientemente flessibile da adattarsi rapidamente ai bisogni in continua evoluzione relativi a comunicazione e dati. Questo potrebbe alla fine rendere più facile lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi strumenti e servizi online.

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Il Software-defined Networking riguarda l’allontanamento dalle vecchie generazioni di dispositivi di rete fisici altamente specializzati – dove una “scatola” fa tutto – per andare verso dispositivi di rete che possono essere riprogrammati. In questo settore, il progetto BEBA finanziato dall’UE è riuscito a identificare nuove architetture e metodi che forniscono una migliore sicurezza su internet, una funzionalità più rapida e un monitoraggio accurato interno alla rete, senza compromettere le prestazioni. Internet flessibile Si può pensare a internet come a un qualcosa con due facce molto differenti. Una e l’interfaccia con cui gli utenti di tutti i giorni interagiscono – motori di ricerca, social network, servizi di messaggistica e simili – mentre l’altra è l’infrastruttura tecnologica che sta alla base. Questa infrastruttura non solo comprende dispositivi fisici come ad esempio switch di rete, router e schede di rete, ma è anche controllata da protocolli operativi, standard e procedure. “I protocolli sono come le “regole” dell’infrastruttura di comunicazione di internet, mentre cose come gli switch di rete e le reti definite dai software sono come le ‘tubature’ di internet,” spiega il prof. Giuseppe Bianchi dell’Università di Roma Tor Vergata, in Italia, coordinatore del progetto BEBA. “La loro esistenza è percepita molto raramente dagli utenti comuni, ma essi sono assolutamente vitali per il funzionamento di internet.” Una sfida è rappresentata dal fatto che queste “regole” sono talmente complesse e scomode da rendere molto difficile l’evoluzione della tecnologia di internet (un fenomeno a cui ci si riferisce come “ossificazione di internet”). Il progetto BEBA ha cercato di affrontare questo problema aprendo la strada al Software-defined Networking, in un tentativo di rendere le operazioni di rete più flessibili e capaci di adattarsi a servizi e bisogni innovativi e in via di sviluppo. Sono stati identificati nuovi metodi e architetture, sviluppati e quindi collaudati per garantire che le operazioni potessero essere effettuate a velocità ottimali. “Siamo stati in grado di mostrare un rilevamento e una reazione più veloci ad attacchi DoS (denial of service) in uno spiegamento pilota su grande scala nella Repubblica Ceca,” dice Bianchi. “Abbiamo anche dimostrato che il Software-defined Networking permette agli operatori di rete di prendere decisioni sulle proprie statistiche da controllare e seguire, potendole anche configurare, invece di dover dipendere dal modo in cui i dispositivi di rete commerciali sono stati configurati.” L’approccio flessibile del progetto è stato inoltre integrato con successo in un noto switch software open-source. Opportunità online Anche se è nella sua fase iniziale, la tecnologia ideata dal progetto BEBA ha aperto la strada a nuove possibilità per l’informatica moderna. Una potenziale strada per ulteriori ricerche potrebbe essere lo sviluppo di schede di rete “intelligenti” adatte per BEBA. Queste potrebbero essere schierate per “riversare” funzioni della rete quali ad esempio tracking delle connessioni, bilanciamento intelligente del carico e monitoraggio della sicurezza sul cloud, liberando risorse informatiche. Un altro risultato interessante è stato l’inserimento di parte delle idee del progetto nella futura versione dello standard OpenFlow della Open Networking Foundation. Una versione semplificata dell’approccio proposto da BEBA, che è stata chiamata “OpenState”, ha dimostrato di essere già compatibile con l’attuale hardware di OpenFlow. Anche se questo progetto si è adesso concluso, Bianchi e il suo team stanno ancora seguendo da vicino il processo di standardizzazione. “Vale inoltre la pena sottolineare che il progetto BEBA ha promosso delle astrazioni nella programmazione che sono progettate per essere indipendenti da specifiche piattaforme che “fanno girare” le funzioni della rete,” afferma Bianchi. “Riteniamo che il fatto di rimanere astratte dai dettagli di implementazione di una piattaforma specifica sia una chiara opportunità per una innovazione aperta.” “Separando” l’implementazione delle funzioni della rete dal fornitore che mette in campo la specifica piattaforma, sviluppatori e ingegneri terzi saranno in grado di sviluppare delle funzioni specifiche su misura senza il bisogno di conoscere i meccanismi interni di alcuna piattaforma.

Parole chiave

BEBA, Software-defined Networking, programmazione, OpenFlow, internet

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