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Contenuto archiviato il 2023-01-20

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Astronomi europei assistono alla distruzione di una stella ad opera di un buco nero

Un team internazionale di astronomi, sotto la guida dell'MPE (Max Planck Institute for extraterrestrial physics), ritiene di aver rilevato per la prima volta le prove della distruzione e del parziale assorbimento di una stella ad opera di un buco nero supermassivo. Secondo i ...

Un team internazionale di astronomi, sotto la guida dell'MPE (Max Planck Institute for extraterrestrial physics), ritiene di aver rilevato per la prima volta le prove della distruzione e del parziale assorbimento di una stella ad opera di un buco nero supermassivo. Secondo i dati forniti dagli osservatori XMM-Newton dell'agenzia spaziale europea (ESA) e Chandra X-ray della NASA, l'evento avrebbe avuto luogo al centro della galassia conosciuta con la sigla RX J1242-11. Il team ritiene che una stella, deviata dalla sua orbita dopo essere transitata in prossimità di un'altra stella, sia venuta a trovarsi troppo vicina ad un buco nero supermassivo e sia stata deformata dalle maree gravitazionali fino a collassare. Si tratta delle stesse maree gravitazionali che causano le maree lunari sulla Terra, anche se di un caso estremo. Il buco nero al centro della RX J1242-11 ha una massa stimata pari a 100 milioni quella del sole, e, dopo essersi avvicinata, la stella distrutta, con una massa totale grosso modo equivalente a quella del sole, non aveva una sola possibilità di farla franca. 'Le stelle possono sopravvivere a deformazioni limitate, ad esempio nei sistemi di stelle binarie, ma quella osservata è stata deformata oltre il suo limite di rottura', ha detto il dr Stefanie Komossa, dell'MPS, che ha guidato il team. 'La sfortunata stella è proprio finita nel posto sbagliato'. Il team ha potuto osservare il fenomeno grazie al potente impulso di raggi X generato dalla stella collassata, il cui gas si è riscaldato a milioni di gradi prima di essere consumato dal buco nero. 'Adesso, con tutti i dati a disposizione, abbiamo la prova evidente che questo spettacolare evento ha davvero avuto luogo', ha dichiarato il professor Günther Hasinger, anch'egli dell'MPE. Il team ritiene che circa un centesimo della massa stellare sia stato catturato o inghiottito dal buco nero, una stima che coincide con le previsioni teoriche di eventi di questo tipo basate sul calcolo del momento e dell'energia del processo di accrescimento. La scoperta è di grande rilevanza scientifica perché ci permette di disporre d'informazioni cruciali sulla velocità con la quale i buchi neri possono svilupparsi assorbendo stelle e gas vicini.

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