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A novel wearable medical device and eHealth system to improve the mobility of patients with hemiparesis

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Un dispositivo indossabile che aiuta i pazienti paralizzati a camminare di nuovo

Un’azienda finanziata dall’UE ha sviluppato un nuovo dispositivo elettronico che invia impulsi elettrici al sistema nervoso autonomo per aiutare il corpo a imparare nuovamente a camminare.

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Una persona su cinque nell’Unione europea a un certo punto della propria vita viene colpita da ictus, e nel 50 % dei casi un ictus porta alla paralisi di un lato del corpo, chiamata emiparesi. Si verificano circa 550 000 casi di emiparesi all’anno nell’UE, senza cure conosciute. Il trattamento si focalizza sul minimizzare l’ulteriore perdita di funzione corporea e sul ridurre dolore, regressione muscolare o paralisi spastica dovuti alla ridotta mobilità che può aumentare la dipendenza dagli altri e provocare inabilità al lavoro. Il progetto MOVEAID, finanziato dall’UE, ha ora sviluppato un nuovo dispositivo indossabile che aiuta i pazienti paralizzati a camminare di nuovo grazie all’invio di piccoli impulsi elettrici per correggere i movimenti. «I pazienti paralizzati non riescono a sentire i movimenti del proprio corpo, pertanto non possono ricordare un movimento. Con un segnale quale un impulso elettrico, il movimento può essere modificato», afferma Anna Vonnemann, fondatrice della start-up ReMoD con sede a Berlino, che ha ricevuto una sovvenzione Orizzonte 2020 per sviluppare il dispositivo fino alla fase in cui possa essere immesso sul mercato. «L’impulso elettrico passa direttamente al sistema nervoso vegetativo che non è danneggiato nei pazienti paralizzati, e quindi il paziente può notarlo», afferma la Vonnemann. Il sistema nervoso autonomo (noto anche come sistema nervoso vegetativo) controlla gli organi interni e può funzionare anche con un paziente in stato vegetativo. Indossato come un corpetto o una cintura, il dispositivo delle dimensioni di un grande smartphone invia segnali che, in effetti, imitano la comunicazione tra il cervello e il sistema muscolo-scheletrico che viene interrotta con la paralisi. Uso della memoria fisica per correggere i movimenti I sensori del dispositivo misurano i piccoli movimenti del corpo. Piccoli movimenti «errati» che impediscono la mobilità vengono segnalati all’utente utilizzando l’elettrostimolazione che induce l’utente a correggere in modo riflesso il movimento. «Con il sistema nervoso vegetativo esiste una reazione automatica», afferma la Vonnemann. «ReMoD sta per Remember Motion Device. Quindi, in gran parte inconsciamente, i pazienti sviluppano un ricordo del movimento corretto». «La memoria fisica non è perfetta come quella di una persona normale, ma è migliore del previsto», afferma la Vonnemann, che ha sviluppato i primi prototipi del dispositivo per aiutare la figlia Dindia Gutmann a camminare normalmente. Oggi venticinquenne, Dindia Gutmann è nata con un’emiparesi a causa di un ictus nel grembo materno. Utilizzando il biofeedback per simulare il modo in cui il cervello controlla il processo del camminare, combinato con fisioterapia e allenamento alla mobilità, i pazienti con emiparesi possono imparare di nuovo a camminare con un’andatura normale. Lo studio finanziato dall’UE su un piccolo gruppo di pazienti a Berlino ha dimostrato che il dispositivo funziona bene ed è anche efficace nel trattamento di altre condizioni, quali la scoliosi o la curvatura della colonna vertebrale, che possono compromettere una corretta mobilità. L’attuale prototipo include un software di facile uso che può essere programmato da professionisti medici per diverse condizioni mediche. Intelligente ma facile da usare Il brevetto del dispositivo include il suo uso per fornire segnali ai muscoli, che ne amplia l’uso coprendo anche altre condizioni, sebbene queste non siano ancora state testate clinicamente. I finanziamenti dell’UE hanno inoltre contribuito a sviluppare una versione «più intelligente», in modo che il dispositivo possa essere monitorato. «È di grande aiuto che il dispositivo si connetta a Internet in modo che il terapeuta possa vedere in tempo reale ciò che il paziente sta facendo», afferma la Vonnemann. Il dispositivo è stato anche reso più sicuro in modo che non possa essere violato. «Ma abbiamo deliberatamente mantenuto la facilità d’uso del dispositivo in modo che un paziente possa indossarlo e calibrarlo per adattarlo alla sensibilità del proprio corpo», afferma. «Sono presenti solo tre tipi di pulsanti: on-off, calibrazione e intensità. Questo è importante perché molti pazienti hanno anche problemi al cervello e difficoltà a muovere le dita». ReMoD ha richiesto l’approvazione da parte delle autorità tedesche per l’uso come dispositivo medico affinché possa essere in piena produzione entro il 2020.

Parole chiave

MOVEAID, paralisi, ictus, emiparesi, sistema nervoso, invecchiamento, PMI, biofeedback, salute, eHealth

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