Progetto INCO aiuta le comunità costiere a far fronte a El Niño
El Niño, il nome dato al periodico riscaldamento dell'Oceano Pacifico al largo della costa occidentale del Sud America, e la fase di raffreddamento ad esso associata (La Niña), hanno entrambi un notevole impatto sulla biodiversità marina delle aree costiere di Cile, Perù e Argentina, nonché sulle comunità che sfruttano queste risorse. Considerata l'importanza che il settore della pesca locale riveste per le economie nazionali di questi paesi, sono già stati realizzati diversi studi per cercare di individuare gli effetti di El Niño sull'ecologia costiera. Tuttavia, gran parte di questi dati si trova solo sparsa nella cosiddetta "letteratura grigia", e manca anche un'analisi dei meccanismi che provocano gli effetti esaminati. Ecco perché, dopo aver riscontrato un eccesso di sovrapposizione in diversi progetti minori condotti in quest'area, e a seguito di riduzioni dei fondi nazionali destinati a tali iniziative, l'UE ha deciso di finanziare un progetto di quattro anni volto a integrare le conoscenze esistenti sugli effetti provocati da El Niño e La Niña su risorse e ambienti marini costieri. Il progetto CENSOR (variabilità climatica e oscillazione meridionale di El Niño: effetti sulle risorse naturali costiere e gestione del fenomeno) è finanziato a titolo della priorità Cooperazione internazionale del Sesto programma quadro (6PQ). Riunisce 13 istituti di sei paesi: Cile, Perù, Argentina, Spagna, Francia e Germania. In veste di partner del progetto, Sven Thatje, dell'Istituto Alfred Wegener per la ricerca polare e marina di Bremerhaven, in Germania, ha spiegato al Notiziario CORDIS: "CENSOR è stato voluto da scienziati e postdottorati desiderosi di integrare le varie e sparse cooperazioni bilaterali in un più ampio approccio multidisciplinare alla gestione costiera. Il progetto ha un elevato livello di eccellenza scientifica ed è anche collegato alle esigenze delle comunità costiere del Sud America". Secondo il dottor Thatje, la parte più importante dell'attività del consorzio riguarda la raccolta e l'analisi dei dati esistenti, siano essi documenti scientifici nazionali, relazioni locali o articoli. A suo parere, occorrerebbero decenni per raccogliere da zero i dati contenuti nella letteratura grigia. "Dopo avere raccolto e analizzato tali informazioni, intendiamo metterle a disposizione online su un unico sito in modo che le persone possano consultarle e persino contribuire ai dati stessi", ha aggiunto il dottor Thatje. Un'analisi approfondita dei dati esistenti permetterà inoltre al gruppo di individuare le nostre lacune conoscitive riguardo agli effetti provocati da El Niño sull'ecologia marina. Gli studiosi intendono confrontare i dati sulla fluttuazione delle specie con le informazioni sugli eventi di El Niño/La Niña per iniziare a capire i meccanismi di base (cambiamenti di temperatura, eccetera) che determinano tali fluttuazioni. "Se riusciremo in questa impresa, potremo fornire una consulenza pratica ai pescatori locali sulla base delle previsioni di El Niño, ad esempio suggerendo loro di spostare gli stock di una determinata specie quando avranno ancora la possibilità di farlo", ha detto il dottor Thatje. Il progetto CENSOR rappresenta un nuovo approccio alla comprensione degli impatti dei cambiamenti climatici come El Niño poiché, anziché utilizzare indicatori oceanografici per le proprie previsioni, il gruppo si avvarrà di indicatori biologici come la presenza di specie invasive di acque calde, la morte di specie marine indigene locali e i cambiamenti riproduttivi. Il dottor Thatje, tuttavia, sa benissimo che questo non sarà un compito facile: "Stiamo parlando di un complesso sistema ecologico soggetto a fluttuazioni naturali, cambiamenti climatici e conseguenze provocate dalla pesca, ed è molto difficile distinguere un effetto dall'altro". Sarebbe sicuramente impossibile seguire questa procedura per tutte le specie nei quattro anni di durata del progetto, perciò il gruppo intende concentrarsi su specie come le capesante che hanno il massimo valore socio economico per le comunità locali. Oltre a colmare tali lacune conoscitive e a mettere i propri risultati a disposizione del grande pubblico, il gruppo sta lavorando anche con i decisori politici nazionali e con le associazioni di pesca locali per fornire consigli pratici su questioni specifiche, nonché per suggerire strategie di mitigazione volte a compensare gli effetti degli eventi di El Niño/La Niña. "Questi gruppi hanno una mentalità molto aperta e sono ansiosi di ricevere maggiore consulenza, per cui il progetto CENSOR soddisfarà sicuramente un'esigenza in quest'ambito", sostiene il dottor Thatje. Il Notiziario CORDIS ha chiesto al dottor Thatje perché ritiene che l'UE abbia voluto finanziare il progetto CENSOR, e quali sviluppi positivi crede che esso possa avere in una prospettiva europea. "Il progetto rappresenta uno scambio di capacità tra gli scienziati dell'Unione europea e quelli sudamericani. Le flotte di pesca dell'UE operano in tutto il mondo e, di conseguenza, qualsiasi effetto subisca il settore della pesca in Sud America, a risentirne sarà anche l'Europa", ha risposto Sven Thatje. Su un piano più scientifico, ha aggiunto il dottor Thatje, il progetto CENSOR è volto a farci capire meglio un particolare elemento del cambiamento climatico, nonostante esso riguardi principalmente il Sud America. Poiché il cambiamento climatico è determinato da complessi sistemi globali, però, comprendendo meglio un aspetto del processo si riuscirà a ottenere un quadro più chiaro del problema nel complesso. "Le conoscenze che acquisiamo con il progetto CENSOR porteranno sicuramente alla creazione di una capacità intellettuale nell'ambito dell'Unione europea", ritiene il dottor Thatje. In ultima analisi, tuttavia, secondo il dottor Thatje l'elemento più significativo del progetto CENSOR è il gruppo stesso. "Soprattutto con i membri più giovani del gruppo, stiamo contribuendo a formare futuri studiosi in Sud America. Partecipando al progetto CENSOR, essi si rendono conto che esiste un chiaro collegamento tra la loro eccellenza scientifica e le necessità dei paesi e delle comunità locali da cui provengono. Questi postdottorati saranno i massimi esponenti scientifici del futuro, e quindi è anche bene che si abituino alla cooperazione nazionale e internazionale. Si tratta di un'esperienza estremamente gratificante per tutti coloro che vi prendono parte", ha concluso il dottor Thatje.
Paesi
Argentina, Cile, Germania, Spagna, Francia, Perù