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Fibra ottica plastica per aumentare la velocità e l’affidabilità della trasmissione dei dati all’interno delle automobili

Soddisfare le richieste dell’auto connessa necessita lo sviluppo di nuovi circuiti integrati per applicazioni specifiche (ASIC, application-specific integrated circuits) per comunicazioni gigabit ad ampio raggio. Un progetto finanziato dall’UE si propone di affrontare la sfida.

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L’industria automobilistica sta attraversando numerosi cambiamenti rivoluzionari e, mentre il desiderio del pubblico per forme alternative di energia, automazione e connettività è in continua crescita, sviluppare la tecnologia necessaria per sostenere quest’evoluzione può essere impegnativo. Per quanto riguarda la connettività, CarNet ha esaminato a fondo gli attuali ostacoli che le cosiddette «applicazioni per sistemi avanzati di assistenza alla guida» (ADAS, Advanced Driver Assisted System) incontrano. «Quando vengono attuate opportunamente, queste applicazioni possono salvare vite e aiutare chi è alla guida a guidare in sicurezza», afferma Carlos Pardo, ad e co-fondatore di Knowledge Development for Plastic Optical Fibres (KDPOF), l’impresa alle spalle del progetto CarNet. Ma la domanda di dati ha sorpassato i mezzi per accedere a quelle informazioni in modo rapido e affidabile. Le vibrazioni dell’auto, il calore e le interferenze elettromagnetiche possono rappresentare degli ostacoli, che rendono le reti di comunicazione tradizionali inaffidabili. «Non sono neppure in grado», spiega Pardo, «di raggiungere velocità superiori ai 150 Mbps, il che significa che tutte le informazioni sono troppo lente per essere utili». Per affrontare questo problema, CarNet ha intrapreso il processo di sviluppo del prodotto con un approccio di qualità che garantirebbe la conformità con i requisiti del settore automobilistico. «KDPOF ha sviluppato e brevettato una tecnologia a basso costo all’avanguardia che consente la trasmissione di dati a velocità fino a 1 Gbps. Poiché la nostra tecnologia utilizza la fibra ottica plastica (POF, plastic optical fibre), supera tutte le difficoltà dell’ambiente interno dell’automobile», afferma Pardo. Dopo aver lanciato con successo una serie di circuiti integrati per applicazioni specifiche per comunicazioni gigabit ad ampio raggio su POF, KDPOF si è impegnata a compiere i passi successivi per la riproduzione e la convalida della tecnologia, al fine di attuare e standardizzare una soluzione solida nel settore automobilistico. Attraverso il progetto CarNet, KDPOF è riuscita ad adattare, testare e dimostrare i vantaggi della sua tecnologia gigabit al mercato automobilistico. Il lavoro svolto durante i 36 mesi di vita del progetto ha riguardato il completamento dell’intero processo di progettazione di circuiti integrati per applicazioni specifiche, la loro emulazione e verifica, la fabbricazione di prototipi e il confezionamento. Il progetto è inoltre riuscito a condurre la valutazione della tecnologia pre-automobilistica e l’esecuzione di test di qualifica preliminari, oltre allo sviluppo di un kit di valutazione preliminare per applicazioni automobilistiche. I compiti di progettazione sono stati attuati, corretti e controllati, tenendo in considerazione la valutazione dei requisiti, i risultati dei test di qualifica e l’opinione dei clienti. Pardo spiega che si stanno compiendo molti sforzi per fornire ai mercati di destinazione un’ampia standardizzazione della tecnologia sviluppata dal suo gruppo. «Come spesso capita con le nuove tecnologie, la sfida sta nel garantire ai clienti le funzionalità e i vantaggi correlati.» Il gruppo è impegnato a rendere la tecnologia uno standard del settore per la comunicazione interna all’automobile ed è lieto di affermare che la tecnologia è stata integrata in diverse applicazioni che vengono attualmente inserite nelle architetture automobilistiche in fase di sviluppo. Il grande pubblico può sperare di vedere la tecnologia ampiamente adottata, poiché promette ridondanza di sicurezza per la guida autonoma. L’obiettivo di questa ridondanza è quello di evitare che l’autovettura autonoma si chiuda nel caso in cui la struttura portante si disattivi in qualche modo. «Anche la seconda struttura portante può essere in fibra ottica, o addirittura a base di rame. L’esame dell’affidabilità mostra che l’affidabilità più elevata si verifica quando c’è ridondanza di tecnologia, come la fibra ottica e il rame l’uno accanto all’altra», aggiunge Pardo. Sebbene il progetto abbia raggiunto tutti gli obiettivi, il gruppo non riposa sugli allori: ora che il progetto CarNet è completato, il dipartimento R&S di KDPOF si sta concentrando sullo sviluppo di velocità notevolmente più elevate, ben oltre 1 Gbps, per i sistemi di comunicazione nel settore automobilistico, al fine di soddisfare le domande di velocità di trasmissione di dati in continua crescita nelle auto a guida autonoma e connesse.

Parole chiave

CarNet, autovetture autonome, sicurezza, fibra ottica plastica, sistema avanzato di assistenza alla guida, Ethernet automobilistico, auto elettrica, POF, auto connessa

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