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Age-associated signatures in the composition and pro-inflammatory status of the gut microbiome in humans and mice, and the impact of a periodic fasting intervention to promote healthy aging

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L’Infiammazione intestinale negli anziani

Uno squilibrio nel microbioma intestinale umano può influenzare l’interazione con il sistema immunitario ospite e portare a una varietà di malattie. Intervenire sul microbioma attraverso la dieta e i probiotici potrebbe promuovere il benessere.

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Le prove accumulate indicano che molte persone sviluppano un’infiammazione cronica di basso grado con l’età che, purtroppo, contribuisce allo sviluppo di malattie associate quali disordini metabolici e neurodegenerazione. Tuttavia, nonostante la ricerca intensiva, i fattori che determinano l’infiammazione associata all’età sono ancora poco conosciuti. Gli scienziati del progetto Gut-InflammAge, finanziato dall’UE, hanno lavorato sull’ipotesi che l’infiammazione correlata all’età sia legata alla composizione del microbioma intestinale o al suo potenziale immunomodulante. È noto che una composizione insolita di microbi intestinali, definita disbiosi del microbiota, promuove l’infiammazione intestinale in pazienti con malattia infiammatoria intestinale, ma non è stata riscontrata alcuna associazione con l’invecchiamento. Analisi del microbiota Per indagare su questo problema, i ricercatori hanno effettuato un’analisi del microbiota in individui sani danesi, giovani e anziani. Sono stati utilizzati campioni fecali raccolti da uno studio incentrato sui disordini funzionali nell’area intorno a Copenaghen nel periodo 2013-2016. I campioni sono stati selezionati sulla base di rigorosi criteri di salute utilizzando parametri clinici di funzionalità metabolica, renale ed epatica nonché un indice di massa corporea normale. I ricercatori hanno combinato sequenziamento ad alta processività, bioinformatica e analisi dei microbi rivestiti di immunoglobuline A (IgA). L’IgA è un anticorpo chiave utilizzato dal sistema immunitario intestinale per proteggere la barriera intestinale dai microbi invasori. I microbi rivestiti di IgA fungevano da marcatore di infiammazione per questo studio, come pure la composizione del microbiota intestinale. «Volevamo verificare se questi due biomarcatori rivelassero segni di una maggiore infiammazione intestinale negli individui anziani», spiega il dott. Thorsten Brach, ricercatore e borsista Marie Curie, che ha eseguito l’intero lavoro. In questo contesto, sono stati utilizzati la citometria a flusso per determinare la proporzione di microbi altamente rivestiti di IgA e il sequenziamento per determinare le specie microbiche in ciascun caso. Le informazioni di sequenziamento hanno consentito la caratterizzazione tassonomica della composizione del microbiota e hanno svelato differenze significative tra il gruppo vecchio e il gruppo giovane, con particolari famiglie di microbi più abbondanti negli individui più anziani. È importante sottolineare che la percentuale di microbi altamente rivestiti di IgA è stata generalmente bassa e non sono state osservate differenze tra i gruppi. Dieta per modulare la composizione del microbiota Molti interventi per un invecchiamento sano si basano su diete che impongono una restrizione calorica permanente senza malnutrizione e che promuovono la longevità. Poiché questo approccio è difficile da seguire, sono stati impiegati regimi di digiuno periodici per ottenere benefici di salute simili. Utilizzando un sistema di modelli murini, gli scienziati del progetto hanno analizzato la possibilità di utilizzare un regime di digiuno periodico per promuovere modulazioni del microbioma intestinale e benefici di salute metabolica. Gli animali sperimentali sono stati sottoposti a digiuno periodico da 8,5 a 14,5 mesi di età (equivalente a 35-50 anni nell’uomo) con una riduzione del 50% dell’apporto calorico. È interessante notare che i topi a digiuno hanno accumulato più grasso corporeo rispetto ai topi di controllo, ma hanno mostrato un lieve ringiovanimento del loro profilo ematico. Implicazioni cliniche Complessivamente, le piccole differenze di composizione del microbiota osservate tra i soggetti vecchi e i giovani durante il progetto Gut-InflammAge supportano il crescente consenso secondo cui tale variabilità sia da prevedere in persone metabolicamente sane. Il coordinatore del progetto, il prof. Manimozhiyan Arumugam, ritiene che «la dieta e lo stile di vita sono fattori più determinanti nel plasmare il microbiota rispetto all’età». Allo stesso tempo, sottolinea che «per quanto riguarda la diagnosi e la terapia, è molto importante definire una gamma di composizioni di microbioti sane per sapere su cosa impegnarsi quando si curano pazienti con reale disbiosi». Con il continuo aumento della popolazione anziana nei prossimi anni e l’importanza socioeconomica di un invecchiamento sano, l’impiego di microbi rivestiti di anticorpi come segno di infiammazione intestinale potrebbe essere utilizzato a fini diagnostici.

Parole chiave

Gut-InflammEge, infiammazione, IgA, dieta, microbiota intestinale

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