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Microbial communities of Temperate, Artic and Tropical peatlands and their role in the response of carbon storage function to global change

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Come i cambiamenti climatici influenzano le riserve di carbonio nelle torbiere

Nelle torbiere di tutto il mondo sono conservate enormi quantità di carbonio. Alcuni scienziati ambientali finanziati dall’UE hanno studiato le torbiere di diverse parti del mondo per determinare come risponderanno ai cambiamenti climatici.

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La torba si genera nelle zone umide e comprende materiale morto da piante e muschi, che non si decompone completamente a causa dell'assenza di ossigeno. Le torbiere si trovano principalmente nelle regioni temperate, ma esistono depositi significativi anche ai tropici e nell’Artico. Qualsiasi cambiamento nel metabolismo microbico del carbonio nelle torbiere potrebbe influenzare significativamente la quantità di biossido di carbonio (CO2) rilasciato nell’atmosfera e i livelli di carbonio organico disciolto (DOC) nei corpi idrici. Il progetto MicroPEAT di Orizzonte 2020, finanziato dall’UE, ha valutato le torbiere e le comunità microbiche associate per comprenderne l’ecologia e il modo in cui saranno interessate dai cambiamenti climatici. «Questo studio migliorerà la nostra comprensione delle torbiere da una prospettiva globale, poiché si concentra sul legame tra i microbi e il funzionamento degli ecosistemi», afferma il coordinatore del progetto, il prof. Chris Freeman. «Le zone umide coprono solo il 3 % del pianeta, ma contengono quasi tanto carbonio quanto l’intera atmosfera, perciò sono molto più importanti di quanto si pensi.» Uno studio mondiale I ricercatori hanno confrontato il metabolismo dei microbi associati alla torba nelle regioni temperate, artiche e tropicali. Hanno anche testato la risposta del metabolismo microbico, delle emissioni di CO2, di metano (CH4) e DOC in relazione alla siccità nelle torbiere di queste zone così diverse tra loro. Gli scienziati hanno riscontrato notevoli differenze tra le regioni per quanto riguarda le caratteristiche ambientali, quali valori di pH, nutrienti e concentrazioni di fenolo, legate alle variazioni di metabolismo del suolo torboso. «La degradazione della lignina, ad esempio, era particolarmente ridotta in Galles, dove sono stati riscontrati valori inferiori di pH e maggiori concentrazioni di fenolo, mentre la degradazione della cellulosa e dell’emicellulosa era abbastanza costante tra le regioni», spiega il dott. Mora-Gómez, ricercatore del progetto. Di conseguenza, le emissioni di gas misurate sul campo suggeriscono che le torbiere gallesi conservano più CO2 delle torbiere colombiane e artiche, ma insieme alle torbiere colombiane hanno emissioni di CH4 più elevate. Infine, l’analisi preliminare delle risposte alla siccità delle tre regioni indica che le caratteristiche del suolo, differenziate sul piano ambientale e possibilmente microbico, possono determinare risposte contrastanti del metabolismo del suolo alla siccità. «La degradazione della lignina sembra essere soppressa dalla siccità in Colombia, mentre non è stato osservato nessun effetto significativo in Galles e nel suolo torboso artico», commenta il prof. Freeman. Possibili impatti Lo studio delle torbiere è molto rilevante nel nostro mondo in evoluzione, poiché non sono solo riserve fondamentali di carbonio, ma anche produttori di CH4. «I cambiamenti nella funzione di stoccaggio del carbonio delle torbiere potrebbero avere conseguenze importanti, come il rilascio di biossido di carbonio nell’atmosfera e di carbonio organico disciolto (DOC) nei corsi d’acqua e nei laghi», afferma il prof. Freeman. «Di conseguenza, conoscere il funzionamento delle torbiere e il metabolismo microbico del carbonio può avere molte applicazioni di gestione.» MicroPEAT fornisce dati comparativi sulle informazioni critiche riguardanti la gestione delle torbiere, come l’emissione di gas, il metabolismo microbico e le risposte ai cambiamenti climatici su scala globale, regionale e locale. Secondo il prof. Freeman, «la corretta conservazione e gestione degli ecosistemi e degli organismi viventi richiede la nostra comprensione di queste zone e dei vincoli fisico-chimici che le condizionano». I risultati dell’Artico sono particolarmente rilevanti a causa dei rapidi cambiamenti che si registrano in questa regione in ragione del riscaldamento globale. Inoltre, il CH4 immagazzinato nei terreni torbosi polari potrebbe teoricamente essere rilasciato nell’atmosfera a causa dei cambiamenti di temperatura e precipitazioni. «I nostri risultati sottolineano l’importanza di prendere in considerazione le caratteristiche ambientali e biologiche locali in ogni regione, se vogliamo progettare strategie efficaci per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici», sottolinea il prof. Freeman.

Parole chiave

MicroPEAT, torbiera, carbonio, Artico, temperato, metano (CH4), stoccaggio del carbonio, tropicale, carbonio organico disciolto (DOC), riscaldamento globale

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