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Contenuto archiviato il 2023-03-01

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Per l'Eurobarometro il 57 per cento degli europei è sensibile alle innovazioni

"L'innovazione è uno dei pilastri su cui poggia la strategia volta a raggiungere l'obiettivo fissato dal Consiglio europeo [�], ovvero quello di fare dell'Unione europea l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica entro la fine del decennio." Così inizia la r...

"L'innovazione è uno dei pilastri su cui poggia la strategia volta a raggiungere l'obiettivo fissato dal Consiglio europeo [�], ovvero quello di fare dell'Unione europea l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica entro la fine del decennio." Così inizia la relazione di Eurobarometro su "disposizione all'innovazione della popolazione" europea. I cittadini d'Europa non sembrano invece attribuire all'innovazione altrettanta importanza, visto che si dichiara attratto da prodotti o servizi innovativi un modesto 57 per cento. Per lo studio di Eurobarometro, promosso dalla DG Imprese della Commissione, nei mesi di maggio e giugno sono state intervistate 30.000 persone in totale fra paesi dell'Unione, Bulgaria, Romania, Turchia e Croazia. La relazione suddivide gli intervistati in quattro gruppi: "anti-innovazione" - 16 per cento; "riluttanti" - 33 per cento; "attratti" - 39 per cento ed "entusiasti" - 11 per cento. Slovacchia, Malta, Slovenia, Lussemburgo, Turchia e Romania sono risultati avere il numero più elevato di entusiasti dell'innovazione - circa una persona su cinque - mentre il sentimento anti-innovazione era più marcato nel sud dell'Europa, in particolare in Grecia (22 per cento), Cipro (21 per cento), Portogallo (20 per cento) e Bulgaria (20 per cento). Secondo lo studio di Eurobarometro, le meno ricettive all'innovazione sarebbero soprattutto le donne, spesso di età pari o superiore ai 55 anni. Queste risultano in genere possedere un livello di istruzione inferiore rispetto a quello di coloro che mostrano un atteggiamento più positivo nei confronti dell'innovazione. Gli "entusiasti" sono prevalentemente uomini, giovani, che studiano ancora o con un elevato livello di istruzione, afferma il documento. Alla domanda se l'innovazione sia "la creazione di nuovi prodotti o servizi" oppure "il miglioramento di prodotti o servizi esistenti", ha scelto la prima opzione il 52 per cento degli intervistati e la seconda il 39 per cento. I prodotti innovativi nuovi devono tuttavia saper conquistare il consumatore distogliendolo dai soliti prodotti e, contemporaneamente, essere competitivi in termini di costo. Un buon 45 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a provare almeno una volta un prodotto innovativo invece di un prodotto noto. Tuttavia, solo il sei per cento sarebbe disposto a sostituire un prodotto o servizio di cui dispongono già con un prodotto o servizio innovativo ma significativamente più costoso. Il dato passa bruscamente al 31 per cento per coloro che sarebbero disposti a pagare un po' di più, mentre la maggioranza - il 45 per cento - sarebbe disposta a provare il prodotto o il servizio nuovo solo se il prezzo fosse pari a quello che paga normalmente. Dal momento che "il successo di prodotti e servizi innovativi dipende dal dinamismo del mercato" e che "la creazione di nuovi mercati e l'accettazione di nuovi prodotti da parte dei consumatori sono della massima importanza per l'innovazione", i risultati dell'inchiesta possono considerarsi deludenti per la comunità dell'innovazione e per i sostenitori della strategia di Lisbona. Gli autori dello studio di Eurobarometro sono comunque soddisfatti dei risultati e fanno notare come una "buona maggioranza" del 57 per cento sia attratta da prodotti o servizi nuovi o migliorati. "Abbiamo osservato un'oscillazione nelle preferenze dei consumatori nei vari paesi europei e all'interno dei mercati nazionali. In tutta l'Unione europea, tuttavia, gli intervistati con un profilo sociodemografico simile hanno sistematicamente dimostrato un elevato grado di apertura a prodotti o servizi nuovi. Le imprese dovrebbero tenere conto di questi schemi di comportamento per regolare di conseguenza la propria strategia innovativa", conclude la relazione.

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