Skip to main content
Vai all'homepage della Commissione europea (si apre in una nuova finestra)
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Contenuto archiviato il 2023-03-01

Article available in the following languages:

Progetto comunitario sviluppa una nuova plastica per le lenti utilizzate negli interventi di cataratta

La cataratta rappresenta la causa principale di compromissione della vista per le persone in età avanzata. Quando la vista offuscata diventa un problema quotidiano, l'unica soluzione è un intervento chirurgico per la rimozione della cataratta. Il progetto comunitario MIRO sta ...

La cataratta rappresenta la causa principale di compromissione della vista per le persone in età avanzata. Quando la vista offuscata diventa un problema quotidiano, l'unica soluzione è un intervento chirurgico per la rimozione della cataratta. Il progetto comunitario MIRO sta sviluppando una plastica nuova per lenti intraoculari più sottili, al fine di migliorare le tecniche operatorie. Le nuove lenti saranno messe a disposizione dei pazienti entro il 2006. La cataratta non si forma sull'occhio, bensì al suo interno. La cataratta è un annebbiamento della lente naturale, la parte dell'occhio che mette a fuoco la luce e produce immagini chiare e nitide. La lente è contenuta all'interno di una sacca sigillata o capsula. A mano a mano che le vecchie cellule muoiono, restano intrappolate all'interno della capsula. Col passare del tempo, le cellule si accumulano e provocano l'annebbiamento della lente, rendendo le immagini sfuocate o indistinte. Per gran parte delle persone, la cataratta è una conseguenza naturale dell'invecchiamento. I primi sintomi compaiono solitamente dopo i 50 anni di età, e comprendono una visione offuscata o una maggiore sensibilità alla luce accecante, in particolare durante la guida notturna. La cataratta è la causa principale del calo della vista tra gli adulti dai 55 anni in su. Tra gli altri fattori che notoriamente causano la cataratta figurano lesioni agli occhi, determinati farmaci e patologie quali diabete e alcolismo. Da studi recenti è emerso inoltre che gli occhi possono subire danni permanenti se non vengono adeguatamente protetti dalle esposizioni prolungate al sole. Esposizioni frequenti protratte per un lungo periodo possono causare danni alle strutture interne dell'occhio, tra cui la lente e la retina. Secondo gli esperti, l'assottigliamento della fascia di ozono fa sì che la quantità di luce ultravioletta cui siamo esposti aumenti costantemente anno dopo anno, e i bambini che oggi sono esposti a livelli elevati di radiazioni ultraviolette rischiano in futuro di sviluppare precocemente la cataratta. Una volta che sulla lente si è formata una cataratta, non esistono terapie in grado di migliorare la vista o di ridurre la cataratta: l'unica soluzione consiste nel rimuoverla chirurgicamente. Dopo il 1948 è stato messo in commercio un nuovo metodo per compensare la perdita di capacità di rifrazione dell'occhio causata dall'estrazione della cataratta: le lenti intraoculari (IOL) collocate chirurgicamente all'interno dell'occhio e composte da una parte ottica rigida e da una parte aptica flessibile, nonché provviste di attacchi laterali in plastica per tenere ferma la lente all'interno della sacca capsulare dell'occhio. Prima dello sviluppo delle IOL, i pazienti affetti da cataratta erano costretti a portare occhiali spessi o lenti a contatto dopo l'intervento, e senza occhiali erano praticamente ciechi, in quanto la lente naturale che era stata rimossa non veniva sostituita in alcun modo. Nel caso delle IOL, l'intervento consiste nel praticare incisioni molto piccole per rompere la cataratta e rimuoverla e, successivamente, inserire nell'occhio una nuova lente di plastica. Questo mercato, gestito da un numero crescente di piccole e medie imprese (PMI), si è sviluppato gradualmente nell'arco dei 40 anni successivi. Verso il 1990 è stata sviluppata una nuova tecnologia chirurgica microinvasiva per l'estrazione della cataratta, che prevede un'incisione di soli 3 mm: la facoemulsione o faco. Il chirurgo distrugge la vecchia lente offuscata con uno strumento a ultrasuoni e la aspira, per poi impiantare nell'occhio una nuova lente di plastica, o impianto. Ciò ha incentivato lo sviluppo delle IOL, la cui parte ottica di 6 mm di diametro può essere ripiegata e inserita in un'apertura di 3 mm praticata sull'occhio. Tali interventi hanno solitamente un'ottima riuscita, e poiché sull'occhio vengono praticate soltanto incisioni estremamente ridotte, in genere non occorrono suture e l'occhio guarisce con molta rapidità dopo l'intervento. Negli anni successivi, il mercato delle IOL negli USA, in Europa occidentale e in Giappone ha raggiunto la saturazione: l'incremento annuale delle operazioni ha cominciato a diminuire, i prezzi delle IOL sono precipitati, e dall'acquisizione progressiva delle PMI si sono formate le grandi multinazionali americane. Nell'Unione europea vengono impiantati ogni anno oltre due milioni di queste lenti. Al momento ci troviamo alle soglie di una nuova tecnologia chirurgica, che consente di rimuovere la cataratta praticando incisioni inferiori a 1,5 mm. Ciò alimenterà la domanda di una nuova generazione di IOL arrotolabili con parti ottiche estremamente sottili, che presuppongono materiali elastici con un indice di rifrazione molto superiore a quello utilizzato finora. Le tecniche chirurgiche che ricorrono a incisioni così piccole esistono già, ma sul mercato non sono ancora presenti lenti intraoculari adatte. MIRO, un progetto di ricerca collaborativa, riunisce nove centri di ricerca e società di cinque paesi dell'Unione, e si propone di sviluppare una nuova plastica e la tecnologia per produrre con essa le IOL, nonché gli strumenti chirurgici richiesti per il loro impianto nell'occhio. MIRO, che sta per micro incision research in ophthalmology (ricerca sulle microincisioni in oftalmologia) ha una dotazione di 1,18 milioni di euro a titolo di attività di ricerca orizzontale nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ) per progetti che coinvolgono le PMI. "I chirurghi si propongono di ridurre l'ampiezza dell'incisione necessaria per l'operazione da tre millimetri a solamente uno e mezzo", ha spiegato Joachim Storsberg, ingegnere chimico presso l'organizzazione di ricerca tedesca Fraunhofer Institute for Applied Polymer Research, IAP, e partecipante al progetto MIRO. "Ripiegare lenti intraoculari in polimeri ad alte prestazioni consente di effettuare un tipo di chirurgia microinvasiva che può essere praticata ambulatorialmente e presenta un livello di tolleranza che supera persino i metodi chirurgici utilizzati finora". La CORONIS GmbH, contraente principale del progetto, ha inventato un metodo per creare materiali compositi con l'indice di rifrazione ultraelevato richiesto. Per quanto riguarda le lenti, l'indice di rifrazione delle lenti intraoculari attualmente disponibile è di circa 1,5 mm e, quanto maggiore è l'indice di rifrazione, tanto più sottili possono essere le lenti. Il Fraunhofer Institute ha già ottenuto un valore notevolmente superiore a quello di tutte le lenti sinora disponibili sul mercato. I più promettenti sono due materiali altamente rifrangenti con trasparenza e flessibilità ottiche elevate - in altre parole, possono essere ripiegati e arrotolati. Entrambi sono atossici, biocompatibili e in grado di mantenere a lungo la loro forma. Se congelati, possono essere lavorati a macchina o prodotti direttamente nella forma desiderata mediante polimerizzazione fotochimica. "La nostra speranza è che le nuove lenti siano disponibili per utilizzo chirurgico sui pazienti entro il 2006", ha dichiarato il dottor Wolfgang Müller-Lierheim, coordinatore del progetto per la società tedesca CORONIS GmbH. Si prevede che anche le sperimentazioni cliniche vengano portate e termine entro il prossimo anno.

Il mio fascicolo 0 0