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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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I ricercatori chiedono aiuto nella lotta contro la febbre catarrale ovina

Gli scienziati britannici impegnati nello studio della febbre catarrale ovina hanno chiesto agli agricoltori regionali di aiutarli nella loro ricerca di nuovi metodi per monitorare la patologia. La febbre catarrale ovina o lingua blu è un virus veicolato dal moscerino, un mi...

Gli scienziati britannici impegnati nello studio della febbre catarrale ovina hanno chiesto agli agricoltori regionali di aiutarli nella loro ricerca di nuovi metodi per monitorare la patologia. La febbre catarrale ovina o lingua blu è un virus veicolato dal moscerino, un minuscolo insetto dotato di pungiglione. Può colpire pecore, capre, bisonti, cervi, antilopi e cammelli. Tuttavia, il timore che affligge la maggior parte degli agricoltori europei riguarda ovviamente gli effetti potenziali su pecore e capre. La malattia provoca nell'animale contagiato la febbre, una salivazione copiosa, il gonfiore della lingua e delle labbra. Quest'ultimo sintomo spesso conferisce la caratteristica che dà il nome alla malattia, la lingua blu. La malattia non si trasmette agli esseri umani. Di solito la patologia non conduce alla morte, anche se gli animali colpiti faticano a ristabilirsi. Ciononostante, dal 1998 il virus ha mietuto 1,5 milioni di vittime tra gli ovini di 12 paesi europei. La patologia viene abitualmente tenuta a bada mediante vaccinazioni, quarantena o il controllo dei moscerini, ma la diffusione attuale della malattia è stata molto celere. Il nuovo studio utilizzerà informazioni satellitari e ambientali per monitorare la diffusione della malattia. I risultati dovrebbero confluire nell'elaborazione di metodi di gestione del bestiame in tutta Europa. La patologia si sta diffondendo rapidamente in Europa meridionale, dirigendosi tuttavia anche verso nord, probabilmente a causa del riscaldamento globale. L'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) dell'ONU inserisce la febbre catarrale ovina nella categoria di patologie della Lista A dell'Ufficio internazionale delle epizoozie (OIE): "La febbre catarrale ovina può causare scoppi di epidemie spettacolari [...]. Gli ovini colpiti possono morire a causa di un'affezione acuta o cronica, o possono ristabilirsi in seguito a perdita di peso e/o fragilità del manto lanoso". Lo studio in questione, finanziato dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC, ossia Consiglio di ricerca sulla biotecnologia e le scienze biologiche) e dal Dipartimento per l'Ambiente, gli alimenti e gli affari rurali (DEFRA) britannici, comporterà il coinvolgimento degli agricoltori, a cui verrà chiesto di tendere trappole leggere per i moscerini, che verranno analizzati per verificare eventuali veicoli di febbre catarrale ovina. La preoccupante diffusione della febbre catarrale ovina è dovuta al trasferimento del virus da un vettore, il Culicoides imicola (un moscerino originario dell'Africa settentrionale che ora si sta diffondendo in maniera crescente in Europa) a due altri vettori, il Culicoides obsoletus e il Culicoides pulcaris, entrambi originari del nostro continente. Il dottor Simon Carpenter dell'Institute for Animal Health (IAH, Istituto per la salute degli animali) britannico è uno dei responsabili del gruppo che sta monitorando la diffusione dei moscerini. "Stiamo esaminando sia la distribuzione dei moscerini con pungiglione sia la quantità stagionale degli esemplari", ha dichiarato. "Combinando tali dati con le immagini dei satelliti meteorologici e utilizzando modelli che prevedono il clima futuro riusciremo a individuare le aree e i periodi dell'anno più rischiosi". Le informazioni delle singole aziende agricole verranno abbinate alle immagini del satellite, consentendo agli scienziati di verificare se sia effettivamente possibile seguire l'andamento delle popolazioni di moscerini infetti.

Paesi

Regno Unito

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