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Importante passo avanti nella bionica

Alcuni ricercatori britannici hanno conseguito un importante passo avanti nella progettazione delle appendici protesiche. L'uso degli arti artificiali viene tradizionalmente limitato dal fatto che essi non hanno un contatto saldo con lo scheletro e quindi non sono così perfe...

Alcuni ricercatori britannici hanno conseguito un importante passo avanti nella progettazione delle appendici protesiche. L'uso degli arti artificiali viene tradizionalmente limitato dal fatto che essi non hanno un contatto saldo con lo scheletro e quindi non sono così perfetti come potrebbero essere. Attraverso lo sfregamento, possono dare origine a piaghe da compressione e a dolore. Nel momento in cui si è riusciti ad agganciare fisicamente gli arti protesici "l'attacco" è migliorato, ma è rimasto un rischio di infezione. "Lo sviluppo di protesi per amputazioni che penetrano la cute e si ancorano alle ossa può condurre all'invasione opportunistica da parte di microrganismi e alla conseguente infezione, che può compromettere la vita dell'individuo", si legge in un nuovo documento, pubblicato sul "Journal of Anatomy", che descrive i nuovi progetti. I ricercatori hanno cercato in natura una soluzione adeguata al problema esaminando le corna dei cervi. "Le corna sono soggette a un carico estremo durante la stagione degli accoppiamenti, e nonostante ciò la barriera cute-ossa resta intatta", si legge nell'articolo apparso sul "Journal of Anatomy". Le nuove tecniche comportano il fissaggio di un'asta in titanio direttamente all'osso. Gli arti artificiali possono quindi essere attaccati all'asta. Le protesi intraossee transcutanee per amputazioni (ITAP) consentono alla cute di formare "una guarnizione serrata fra l'impianto e i tessuti dell'ospite, per l'uso nelle protesi per amputazioni", eliminando le possibilità di infezione. L�équipe ha lavorato in collaborazione con la società Stanmore Implants per testare i nuovi progetti. Paul Unwin, amministratore delegato di Stanmore Implants Worldwide, ha parlato alla BBC della nuova tecnologia e ha spiegato che "la mobilità del tessuto è un importante fattore; il tessuto non deve lacerarsi e staccarsi dal pezzo di metallo, per questo è necessaria una struttura sotto la pelle che consenta ai tessuti del derma di attaccarsi al metallo". "Ciò che abbiamo dedotto osservando le corna dei cervi è che i fattori che influiscono in misura rilevante sono la struttura, la forma e la porosità dell'osso", ha aggiunto. "Il tessuto si attacca mediante fibre lunghe che fungono da ancore che si agganciano direttamente al suo interno". Queste caratteristiche conferiscono alle corna sia stabilità sia resistenza all'infezione, caratteristiche che sono state trasferite ai nuovi impianti. Le prove effettuate sulle dita sono state incoraggianti, e le prove da condurre su porzioni di arto più estese inizieranno presto. Partendo dal presupposto che i risultati saranno positivi, l'équipe ritiene che le applicazioni commerciali potranno essere avviate entro cinque anni, consentendo a coloro che hanno perso un arto un movimento quasi completamente naturale. La ricerca in corso sul controllo muscolare, sempre presso l'UCL, insieme a questa tecnologia potrebbe presto portare alla nascita del primo arto "bionico".

Paesi

Regno Unito

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