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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Il tumore del cane è la più antica linea cellulare del mondo

Un'équipe di scienziati e veterinari ha individuato l'origine di un tumore che colpisce i cani di tutto il mondo in un lupo o un cane vissuto probabilmente in Asia oltre 250 anni fa. L'équipe ha scoperto che nel caso del tumore venereo trasmissibile (TVT) del cane sono le stes...

Un'équipe di scienziati e veterinari ha individuato l'origine di un tumore che colpisce i cani di tutto il mondo in un lupo o un cane vissuto probabilmente in Asia oltre 250 anni fa. L'équipe ha scoperto che nel caso del tumore venereo trasmissibile (TVT) del cane sono le stesse cellule cancerogene a essere trasmesse da un animale all'altro. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista "Cell". Il TVT si trasmette generalmente tra i cani durante l'accoppiamento ma può anche trasmettersi se il cane lecca, morde o annusa parti malate. Per quanto sia una malattia grave, il TVT è raramente mortale e il tumore solitamente regredisce dopo un periodo compreso tra i tre e i nove mesi, dopo i quali il cane è immune da una nuova infezione. Il tumore colpisce i cani in tutto il mondo ed è relativamente diffuso tra i randagi. L'opinione secondo cui il TVT si diffonde attraverso la trasmissione di cellule cancerogene da un cane all'altro era ormai diffusa da tempo, tuttavia finora non vi erano prove certe a favore di tale ipotesi e alcuni ricercatori avevano dichiarato di aver individuato particelle simili a un virus nelle cellule tumorali, cosa che suggeriva che il vero responsabile del tumore fosse un virus. Per risolvere la questione, un'équipe di ricercatori guidata dal prof. Robin Weiss dello University College di Londra ha studiato il DNA delle cellule tumorali di cani infetti provenienti dai cinque continenti e lo ha confrontato con il DNA degli stessi cani. I ricercatori hanno scoperto che in tutti i casi le cellule tumorali erano geneticamente diverse dalle cellule dei cani, il che dimostra che le cellule tumorali provenivano da un altro cane. Inoltre, dal confronto tra i vari tumori è emerso che questi erano quasi identici geneticamente, il che prova che il tumore ha avuto origine in un solo cane e si è poi diffuso in tutto il mondo. I ricercatori hanno quindi tentato di stabilire il luogo e il momento in cui si è formato il tumore. A tal fine hanno confrontato il DNA dei tumori con il DNA di varie razze di cani. I risultati hanno mostrato che l'origine della malattia risiede probabilmente in un lupo o in un'antica razza di cani asiatici, come l'husky o lo shih tzu. Le variazioni riscontrate nel DNA dei campioni tumorali suggeriscono che la malattia si sia sviluppata in un periodo relativamente recente, compreso tra i 250 e i 1000 anni fa. "Nel corso della sua evoluzione il TVT è diventato un parassita cellulare che si è reso indipendente dal suo ospite originario e gli è sopravvissuto per lungo tempo" scrivono gli autori dell'articolo. La ricerca presenta numerose implicazioni importanti per la comprensione dei tumori e della loro modalità di trasmissione. Il TVT rappresenta il "clone" di un tumore più longevo che la scienza conosca e contraddice l'attuale opinione secondo cui le cellule tumorali generano mutazioni sempre più numerose e diventato inevitabilmente più aggressive se non sono curate. In un articolo connesso, Bridgett vonHoldt della University of California ed Elaine Ostrander del National Institutes of Health spiegano che la sopravvivenza della linea cellulare può spiegarsi mediante la sua modalità di trasmissione. "Sebbene il contatto diretto non sia generalmente un modo di trasmissione efficace, il TVT sfrutta l'effetto del 'progenitore comune' dei cani domestici", scrivono le autrici. "Un solo maschio può generare diverse cucciolate nel corso della sua vita, consentendo così al tumore di colpire molte più femmine che se l'ospite fosse una specie monogama". A riprova del fatto che il tumore non sembra essere diventato più aggressivo con il passare del tempo, il prof. Weiss e i suoi colleghi hanno sottolineato che il TVT non avrebbe potuto infettare i cani di tutto il mondo se li avesse uccisi troppo rapidamente. A causa della trasmissione per via sessuale, le femmine ospitanti devono restare in vita fino al successivo periodo dei calori. La ricerca potrebbe avere implicazioni sulla conservazione delle specie a rischio di estinzione, come il diavolo di Tasmania, minacciato da una forma tumorale che sembra essere causata da cellule tumorali trasmissibili. I metodi utilizzati dal prof. Weiss e dai suoi colleghi potrebbero stabilire se il tumore del diavolo di Tasmania è anch'esso causato da un tumore "parassita". Lo studio ha infine delle implicazioni in ambito medico. "I nostri risultati mostrano che le cellule tumorali possono sfuggire alle reazioni immunitarie e che il TVT è particolarmente abile nel farlo" ha spiegato il prof. Weiss. "In rare occasioni, è accaduto che cellule tumorali nascoste in organi trapiantati siano state trasmesse da un essere umano all'altro. Poiché il ricevente è trattato con immunosoppressori per evitare il rigetto, le cellule tumorali trasmesse possono successivamente sviluppare tumori come accade con il TVT. Per tale motivo coloro che hanno avuto un tumore non dovrebbero diventare donatori di organi".

Paesi

Regno Unito, Stati Uniti

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