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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Gli impollinatori sono essenziali per un terzo della produzione globale di colture

Da una nuova ricerca è emerso che un terzo della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dall'azione di impollinatori quali api, uccelli e pipistrelli. L'impollinazione delle colture alimentari è ampiamente riconosciuta quale servizio chiave per l'ecos...

Da una nuova ricerca è emerso che un terzo della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dall'azione di impollinatori quali api, uccelli e pipistrelli. L'impollinazione delle colture alimentari è ampiamente riconosciuta quale servizio chiave per l'ecosistema, ma fino a oggi non era ancora stata misurata l'entità della nostra dipendenza dall'impollinazione animale su scala globale. Un gruppo internazionale di ricercatori ha svolto un esame esaustivo degli studi scientifici compiuti in 200 paesi su 115 delle principali colture globali. Lo studio, finanziato in parte dal Sesto programma quadro dell'Unione, è stato pubblicato su «Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences». «In agricoltura esiste una frase ricorrente secondo cui uno su tre bocconi di cibo è stato prodotto grazie all'impollinazione», ha dichiarato Claire Kremen, docente dell'Università della California, nonché uno degli autori dello studio. «Tuttavia, le origini di tale calcolo non erano chiare, pertanto ci siamo proposti di effettuare una stima più approfondita e riproducibile, esaminando l'impatto su scala globale». I ricercatori hanno scoperto che, delle 115 colture analizzate, 87 dipendono dall'impollinazione animale e 28 no. Delle 87 colture dipendenti dall'impollinazione, 13 si basano interamente sull'impollinazione animale, 30 mostrano una dipendenza elevata e 27 moderata. Per quanto riguarda i volumi di produzione, è emerso che il 60% della produzione globale proviene da colture che non si basano interamente sull'impollinazione animale. Si tratta principalmente di colture di base, quali frumento, granturco e riso. Il 35% della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dall'impollinazione animale, tra cui molti frutti che forniscono macronutrienti e micronutrienti essenziali per una dieta salutare. «Un ulteriore deterioramento dei servizi di impollinazione determinerebbe un enorme impoverimento della nostra alimentazione, dal punto di vista sia nutrizionale sia culturale», scrivono i ricercatori. La perdita di habitat e le pratiche agricole intensive stanno esercitando un impatto negativo sulle popolazioni di api da miele, in particolare quelle selvatiche. «Abbiamo sostituito i servizi di impollinazione precedentemente forniti da svariati gruppi di api selvatiche con le api da miele addomesticate», ha spiegato Claire Kremen. «Il problema è che se non proteggiamo gli impollinatori selvatici, non esiste un'alternativa». In alcune parti del mondo la perdita di impollinatori naturali ha già condotto all'attuazione di misure estreme da parte del settore agricolo, come ha spiegato l'autrice principale dello studio, Alexandra-Maria Klein dell'Università di Gottinga. «I frutti della passione in Brasile vengono impollinati a mano da braccianti giornalieri molto costosi, in quanto gli impollinatori naturali, vale a dire le api legnaiole, sono quasi scomparsi a causa dell'impiego intensivo di insetticidi sui campi coltivati e della distruzione degli habitat naturali», ha osservato. Nel documento i ricercatori illustrano le pratiche di gestione del paesaggio che potrebbero contribuire a far aumentare il numero degli impollinatori, fra cui la messa a disposizione delle api di cibo e aree per nidificare, la crescita di erbacce e piante indigene nelle zone circostanti le colture e l'abolizione dell'impiego di insetticidi ad ampio spettro, in particolare di quelli che possono contaminare il nettare e il polline. I ricercatori affermano che eventuali progetti agroambientali potrebbero contribuire ad alleviare l'onere finanziario dell'attuazione di queste misure. Tali fondi esistono sia in Europa sia negli USA, e sono destinati agli agricoltori che applicano strategie di gestione per aumentare la biodiversità dei loro terreni. Gli scienziati auspicano inoltre un'intensificazione delle ricerche sull'impollinazione delle colture, soprattutto sul ruolo dei non insetti, quali uccelli, pipistrelli e altri vertebrati. «Occorrono urgentemente maggiori ricerche sull'impollinazione delle colture, oltre a un miglior coordinamento degli sforzi di ricerca a livello comunitario e in varie aree di coltivazione, per sostenere la produzione delle diverse colture che alimentano l'umanità», hanno concluso i ricercatori.

Paesi

Australia, Germania, Francia, Stati Uniti

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