Scoperti nuovi recettori piastrinici grazie a un progetto del 6PQ
Un progetto finanziato nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ) ha rivelato l'esistenza di recettori piastrinici finora sconosciuti. Esistono svariati tipi di recettori piastrinici. Alcuni legano piccole molecole che favoriscono l'attivazione delle piastrine, mentre altri sono situati sulla superficie delle piastrine e permettono loro di aderire ai siti della lesione vascolare. L'équipe del progetto Bloodomics, il cui obiettivo principale è scoprire marcatori genetici in grado di diagnosticare la formazione di trombi nel caso di coronaropatie, ritiene che i nuovi recettori intervengano nell'attivazione delle piastrine. «La scoperta di Bloodomics è di estrema importanza perché ci permette di comprendere i legami esistenti tra piastrine e formazione di coaguli», spiega Willem Ouwehand, coordinatore di Bloodomics e direttore delle ricerche e della pianificazione presso la Fondazione europea per la genetica cardiovascolare (ECGF). «Il nostro obiettivo è capire in che modo questi e altri nuovi recettori incidano sullo sviluppo delle cardiopatie allo scopo di migliorarne in futuro la prevenzione.» Le attività degli scienziati di Bloodomics sono incentrate prevalentemente sulla genetica e la biologia cellulare delle piastrine e si basano sull'ipotesi che la risposta delle piastrine alla rottura delle placche sia decisiva per determinare se la formazione dei trombi possa causare l'ostruzione dei vasi arteriosi.