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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Una relazione illustra il legame tra diritto d'autore e conservazione digitale

Una relazione del gruppo di esperti di alto livello sulle biblioteche digitali dell'UE chiede agli Stati membri di istituire meccanismi volontari per favorire la digitalizzazione e l'accessibilità di opere orfane e fuori stampa. Nel 2005 la Commissione europea ha lanciato l'...

Una relazione del gruppo di esperti di alto livello sulle biblioteche digitali dell'UE chiede agli Stati membri di istituire meccanismi volontari per favorire la digitalizzazione e l'accessibilità di opere orfane e fuori stampa. Nel 2005 la Commissione europea ha lanciato l'iniziativa di creare una biblioteca digitale europea con l'obiettivo di incoraggiare gli Stati membri a digitalizzare, conservare e rendere disponibile a tutti il loro patrimonio culturale. Si prevede che, entro il 2008, attraverso la biblioteca digitale europea saranno accessibili due milioni di libri, film, fotografie, manoscritti e altre opere culturali, e questo dato dovrebbe aumentare fino ad almeno sei milioni entro il 2010, quando potenzialmente qualsiasi biblioteca, archivio e museo in Europa potrà collegare il proprio contenuto digitale alla biblioteca digitale europea. Tuttavia, rendere le risorse delle biblioteche e degli archivi europei disponibili su Internet non è semplice. La relazione pubblicata dal gruppo di esperti il 18 aprile raccomanda agli Stati membri di intervenire in due settori in particolare. Il primo è quello delle opere orfane, espressione, questa, con cui si intendono le opere per le quali è impossibile determinare o reperire i titolari del diritto d'autore. Sia i materiali di testo che quelli audiovisivi contengono considerevoli quantità di opere la cui situazione dal punto di vista del diritto d'autore è poco chiara. Ciò ha spesso creato problemi alle biblioteche, ai musei e agli archivi nello svolgimento del loro compito di conservazione e diffusione. Nel caso delle opere orfane, gli autori della relazione suggeriscono agli Stati membri di istituire meccanismi che consentano l'utilizzo di tali opere per scopi non commerciali. I meccanismi dovrebbero riguardare tutti i tipi di opere orfane e prevedere che, prima di utilizzare il materiale, le persone interessate effettuino una ricerca in buona fede dei titolari del diritto d'autore. Gli Stati membri dovrebbero anche essere incoraggiati a riconoscere i meccanismi esistenti in altre parti dell'UE per garantire la continuità transfrontaliera. Il materiale che può essere legalmente utilizzato in uno Stato membro deve anche essere legale altrove. Il materiale fuori stampa è il secondo settore oggetto della relazione, che propone un modello di autorizzazione rivolto principalmente alle biblioteche e concepito in modo da poter essere adeguato ai vari sistemi giuridici e modelli esistenti in tutta l'UE. Attraverso l'autorizzazione si concede a una biblioteca il diritto non esclusivo e non trasferibile di digitalizzare il materiale e di metterlo a disposizione degli utenti in reti chiuse. L'autore o l'editore mantiene tuttavia il diritto d'autore sull'opera e può revocare l'autorizzazione in qualsiasi momento. Nel caso in cui venga ritirato più del 10% del materiale oggetto di autorizzazione, la biblioteca ha diritto al rimborso dei costi sostenuti. Gli autori della relazione chiedono alla Commissione di pubblicizzare il modello di autorizzazione e incoraggiare gli Stati membri ad adottarlo. Esprimendosi in merito alla relazione, il commissario per la Società dell'informazione e i mezzi di comunicazione Viviane Reding ha dichiarato che è importante risolvere le questioni legate al diritto d'autore poste in evidenza per trasformare l'idea di una biblioteca digitale europea in una realtà concreta. Viviane Reding ha promesso: «Esaminerò dunque con grande interesse le raccomandazioni formulate dal gruppo di alto livello per stabilire in quale modo la Commissione europea, gli Stati membri e le parti interessate possano darvi seguito nel modo più efficace. Sulla base del dibattito svoltosi finora, ritengo che una prospettiva interessante sia offerta dal ricorso ad accordi generalizzati fra le biblioteche e i titolari di diritti, a condizione che le parti interessate trovino un'intesa per privilegiare gli interessi degli utenti.»