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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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La nuova mappa della malaria rivela l'entità dell'estensione della malattia

Una nuova mappa mondiale della malaria rivela che poco più di un terzo della popolazione del mondo è a rischio di contrarre questa malattia mortale. La buona notizia tuttavia è che per molte di queste persone il rischio è nettamente inferiore a quanto precedentemente stimato. ...

Una nuova mappa mondiale della malaria rivela che poco più di un terzo della popolazione del mondo è a rischio di contrarre questa malattia mortale. La buona notizia tuttavia è che per molte di queste persone il rischio è nettamente inferiore a quanto precedentemente stimato. Questo significa che, per loro, dei semplici mezzi come le zanzariere basterebbero ad eliminarlo completamente. Ogni anno 500 milioni di persone contraggono la malaria e circa un milione ne muoiono, soprattutto bambini nell'Africa sub sahariana. La maggior parte di queste morti sono causate da un parassita chiamato Plasmodium falciparum, trasmesso dalle zanzare anofele. Negli ultimi anni la malaria è passata ai primi posti nell'agenda dello sviluppo, e sono state impegnate forti somme per cercare di tenerla sotto controllo nei paesi in cui è endemica. Di conseguenza in molti paesi è aumentata la possibilità di accedere a farmaci efficaci e alle strategie di prevenzione. La comprensione della distribuzione geografica del rischio malaria è indispensabile per potere destinare le preziose risorse alla lotta contro la malattia. L'ultima mappa dettagliata del rischio malaria, tuttavia, era stata tracciata 40 anni fa, e ne occorreva una nuova di tutta urgenza. In questo recentissimo studio, un'équipe internazionale di scienziati del Malaria Atlas Project (MAP) ha creato una nuova mappa mondiale, che mostra dove il rischio di trasmissione di P. falciparum va da moderato ad alto, e dove invece è basso. Per farlo, gli scienziati hanno consultato i sistemi d'informazione sanitaria nazionali e le statistiche nazionali sulla malaria, ed hanno condotto inchieste dettagliate sull'infezione da malaria in circa 5 000 comunità. Hanno inoltre inserito nel loro sistema i dati sulle condizioni climatiche che incidono sulla sopravvivenza del parassita. Al di sotto di una certa temperatura, infatti, le zanzare infette muoiono prima che i parassiti abbiano raggiunto lo stadio del loro ciclo vitale in cui sono pronti per essere iniettati nell'uomo. I risultati dell'équipe sono stati pubblicati nella rivista a libero accesso PLoS Medicine. La mappa rivela che 2,37 miliardi di persone (il 35% della popolazione mondiale) sono a rischio di P. falciparum, la maggior parte delle quali vive in Africa e nel sud-est asiatico. Per un miliardo di loro, tuttavia, il rischio di trasmissione è nettamente inferiore a quanto si supponeva. L'area in cui il rischio è ridotto copre l'America centrale e meridionale, l'Asia e anche alcune parti dell'Africa. 'Siamo stati molto sorpresi di constatare che il rischio incorso da moltissime persone era in realtà minore di quanto pensassimo', ha commentato il Dr. Simon Hay dell'università di Oxford. 'Questo non significa che la malaria non sia un problema, ma ci fa sperare che sia possibile eliminarla da certe regioni con strumenti semplici e poco costosi, anche se molto efficaci, come le zanzariere trattate con insetticidi'. La mappa evidenzia anche le difficoltà insite nei tentativi di eradicare la malaria. L'Arabia Saudita sta generosamente finanziando i programmi contro la malaria del vicino Yemen. Tuttavia la nuova ricerca mostra che, anche se la malaria vi sarà eliminata, il gran numero di persone che giungono nello Yemen dalla Somalia fa sì che il rischio che il parassita venga reintrodotto nel paese resti alto. Gli scienziati sperano che il loro lavoro possa aiutare i donatori e le agenzie di finanziamento a distribuire con maggiore efficienza i loro investimenti. 'È ragionevole pensare che possiamo abbassare o interrompere la trasmissione in molti luoghi, ma le possibilità di successo miglioreranno se facciamo dei programmi che si basano su informazioni precise sulla distribuzione della malaria', ha spiegato David Smith dell'università della Florida.

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