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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Scienziati usano microbi per prolungare la vita dei giacimenti petroliferi

Scienziati provenienti dal Regno Unito e dal Canada hanno iniziato esperimenti sul campo per scoprire se i microrganismi sono la chiave per sbloccare grandi quantità di energia intrappolate negli irrecuperabili depositi di petrolio pesante. Si stima che rimangono nel sottosuol...

Scienziati provenienti dal Regno Unito e dal Canada hanno iniziato esperimenti sul campo per scoprire se i microrganismi sono la chiave per sbloccare grandi quantità di energia intrappolate negli irrecuperabili depositi di petrolio pesante. Si stima che rimangono nel sottosuolo sei trilioni di barili di petrolio come risultato della solidificazione del petrolio o del suo addensarsi per essere estratto in modo economico usando i metodi convenzionali. Gli esperimenti sul campo consistono nel pompare una miscela di sostanze nutritive disciolte in acqua in un pozzo petrolifero al di sopra di depositi di petrolio esauriti nel Canada occidentale. Se gli scienziati non hanno sbagliato i loro calcoli, fuoriuscirà del gas naturale, con il moltiplicarsi dei microbi mentre banchettano con le sostanze nutritive e digeriscono il petrolio simile a catrame a un ritmo incredibilmente accelerato. Il team di ricerca è guidato dal prof. Ian Head e dal dott. Martin Jones dell'Università di Newcastle e dal prof. Steve Larter, che lavora sia all'Università di Newcastle che a quella di Calgary. Essi condividono la responsabilità di scoprire come i microrganismi scompongono il petrolio nelle profondità del sottosuolo. Il team ha annunciato le proprie scoperte in uno studio innovativo, che è stato recentemente pubblicato sulla rivista accademica Nature, riconosciuta a livello internazionale. Il lavoro risponde a una domanda sulla quale si sono a lungo interrogati i geologi, mostrando come due tipi di microrganismi presenti in natura trovati in ambienti ricchi di petrolio sono responsabili della trasformazione dei depositi in metano. Il primo microbo è un batterio chiamato Syntrophus, che digerisce il petrolio per produrre gas idrogeno e acido acetico. Il secondo microbo è chiamato Methanogens e produce metano combinando l'idrogeno con il biossido di carbonio. I ricercatori hanno anche scoperto che il periodo di tempo geologico di questo processo può essere abbreviato in laboratorio da decine di milioni di anni a poche centinaia di anni fornendo ai microrganismi delle speciali sostanze nutritive. Essi ritengono che si possono ottenere risultati simili in un giacimento petrolifero in un periodo di tempo compreso tra un anno e diversi decenni. "La ricerca che abbiamo pubblicato è scientificamente importante perchè ha risolto una questione che si protraeva da decenni riguardante il modo in cui il petrolio viene degradato nei giacimenti: si è scoperto che si trasforma in gas naturale," ha detto il prof. Head, un biologo ambientale presso l'Istituto di ricerca sull'ambiente e la sostenibilità dell'Università di Newcastle. "La scoperta di come avviene questo processo potrebbe avere importanti implicazioni per l'industria petrolifera e del gas, perchè riteniamo che saremo in grado di allungare di 20/30 anni la durata operativa di un tipico giacimento di petrolio," ha aggiunto. In risposta alle preoccupazioni riguardo all'ambiente, le università dicono che la tecnologia che hanno sviluppato sarà meno dannosa per l'ambiente rispetto ad alcune altre tecnologie che le compagnie petrolifere hanno provato a utilizzare per estrarre le riserve di petrolio pesante e che la combustione del metano è preferibile rispetto alla combustione del petrolio dal punto di vista dell'inquinamento. Inoltre, la tecnologia potrebbe essere anche usata per fornire una fonte pulita per la produzione di gas idrogeno.

Paesi

Canada, Regno Unito