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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Il ghiaccio artico verso il livello più basso di tutti i tempi

Secondo i dati resi pubblici dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dal National Snow and Ice Data Center (Centro dati USA del ghiaccio e della neve) (NSIDC), la banchisa artica ha raggiunto il secondo livello minimo dall�inizio delle osservazioni satellitari, avvenuto circa 30...

Secondo i dati resi pubblici dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dal National Snow and Ice Data Center (Centro dati USA del ghiaccio e della neve) (NSIDC), la banchisa artica ha raggiunto il secondo livello minimo dall�inizio delle osservazioni satellitari, avvenuto circa 30 anni fa. Il 26 agosto, la distesa di ghiaccio del mare Artico misurava 5,26 milioni di chilometri quadrati, inferiore quindi ai 5,32 milioni di chilometri quadrati del minimo raggiunto nel 2005 che, fino a ora,rappresentava il secondo dato più basso mai registrato per la distesa di ghiaccio. Un grafico elaborato dall'NSIDC mostra che fino agli inizi di agosto, il ghiaccio si scioglieva alla stessa velocità raggiunta nel 2005. Tuttavia, nel 2005 il tasso di scioglimento subì un rallentamento alla fine dell�estate. Quest�anno invece, lo scioglimento è proseguito allo stesso ritmo per tutto il mese di agosto. Tra le nuove aree colpite dal ritiro del ghiaccio marino, vi sono il mare dei Chukchi lungo la costa dell'Alaska, e il mare della Siberia Orientale lungo la costa orientale della Russia. La stagione dello scioglimento non è ancora finita, quindi il ghiaccio raggiungerà il livello minimo per il 2008 solo a metà settembre. Il problema adesso è capire se il ghiaccio si ritirerà oltre il record minimo di 4,28 milioni di chilometri quadrati stabilito nel 2007. All'inizio di quest'anno, gli scienziati dell'Istituto Alfred Wegener (AWI) per la Ricerca Polare e Marina di Bremerhaven in Germania, avevano previsto il raggiungimento nel corso dell'anno del secondo livello minimo di estensione del ghiaccio marino. Il loro complesso modello computerizzato, basato su dati raccolti all'inizio dell'anno e relativi a mari e ghiacci, calcolava che l'estensione minima dei ghiacci nel 2008 sarebbe stata compresa tra 4,16 e 4,70 milioni di chilometri quadrati. Sulla base di questi ultimi dati, la loro previsione sembra piuttosto accurata. ''Le regioni polari, soprattutto quella artica, sono indicatori molto sensibili del cambiamento climatico,'' sottolinea il professor Heinrich Miller dell'AWI. ''Il Pannello intergovernativo dell'ONU sui cambiamenti climatici ha dimostrato che queste regioni sono estremamente sensibili all'aumento delle temperature e ha previsto che l'Artide sarà di fatto privo di ghiaccio nei mesi estivi entro il 2070. Altri scienziati sostengono che questo fenomeno potrà verificarsi già dal 2040. Recenti osservazioni dal satellite suggeriscono che l'Artide potrà essere quasi privo di ghiaccio ancora prima.'' Il ritiro continuo della banchisa artica ha delle implicazioni significative per la navigazione e l'esplorazione. Immagini recenti provenienti dal satellite ENVISAT dell'ESA mostrano chiaramente che il percorso più diretto attraverso il passaggio a nordovest, che si estende lungo il nord del Canada e rappresenta una scorciatoia tra Europa e Asia, è quasi del tutto privo di ghiaccio. Il passaggio a nordovest di Amundsen, che offre invece un percorso meno diretto, è stato praticabile per quasi un mese. La Polarstern, nave rompighiaccio per la ricerca polare dell'AWI, sta attualmente sfruttando l'assenza di ghiaccio nel passaggio a nordovest per eseguire degli esperimenti nella regione. ''Partendo dall'Islanda, la rotta ha portato la nave attraverso il passaggio a nordovest nel bacino canadese; lì verranno effettuati studi geofisici e geologici lungo i profili del bacino di Makarov relativi alla storia tettonica e alla geologia sottomarina del Mar Glaciale Artico centrale,'' spiega il professor Miller. ''Inoltre, saranno effettuati anche studi oceanografici e biologici. La Polarstern circumnavigherà tutto il Mar Glaciale Artico e uscirà attraverso il passaggio a nordest.'' Anche la fauna e la flora artiche risentono della scomparsa del ghiaccio marino. Indagini governative statunitensi hanno di recente documentato di molti orsi polari che nuotavano in mare aperto, lontano dalla terraferma o dal ghiaccio. Sebbene questi animali siano abili nuotatori, sono comunque a rischio di annegamento se colti in acque aperte in condizioni meteorologiche burrascose.

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