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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Ricercatori scoprono le pratiche di imbalsamazione della Grecia romana

Gli antichi scritti greci e romani ci hanno abituato all'idea che nella Grecia antica il corpo del defunto venisse avvolto in un sudario e che venissero usati acqua, vino e olio d'oliva per lavare e trattare i corpi. Ma una questione rimane aperta: erano in uso pratiche di i...

Gli antichi scritti greci e romani ci hanno abituato all'idea che nella Grecia antica il corpo del defunto venisse avvolto in un sudario e che venissero usati acqua, vino e olio d'oliva per lavare e trattare i corpi. Ma una questione rimane aperta: erano in uso pratiche di imbalsamazione? Secondo quanto scoperto da ricercatori svizzeri e greci, la risposta è sì. La scoperta di una mummia risalente al 300 d.C. dimostra l'usanza di imbalsamare i corpi in Grecia durante la dominazione romana. Le scoperte del team di ricercatori sono state recentemente pubblicate sul Journal of Achaeological Science. I ricercatori, sotto la guida del dott. Frank Rühli dell'Istituto di anatomia presso l'università di Zurigo, in Svizzera, affermano che la mummia di una donna di mezza età è stata trovata in una bara di piombo dentro un sarcofago di marmo. Questo sarcofago fu ritrovato nel 1962, durante uno scavo archeologico nella città di Salonicco, nel nord della Grecia. Secondo gli esperti risale ai periodi ellenistico e bizantino. In questo studio, il team mostra come una serie di oli, spezie e resine siano state usate per imbalsamare il corpo, i cui resti sono conservati presso il Museo archeologico di Salonicco. Questo metodo non solo ha permesso di preservare lo scheletro, ma sono stati parzialmente preservati anche alcuni dei tessuti molli, come capelli e cellule del sangue, un muscolo della mano, e un panno di seta ricamato in oro che ricopriva il corpo. Il team di ricerca multidisciplinare ha usato metodi sia istologici che fisico-chimici (come analisi macroscopiche e antropologiche, compresi gas-cromatografia/spettrometria di massa e test al microscopio elettronico) per determinare quali sostanze fossero state usate durante l'imbalsamazione. Sono stati trovati mirra, grassi e resine. I ricercatori non sono però stati in grado di determinare se la bara di piombo abbia avuto un ruolo chiave nella preservazione dei resti. Il team ha detto che lo studio, condotto in collaborazione con ricercatori dell'Università Democritea della Tracia, in Grecia, contribuisce ad una migliore comprensione di come venivano usate sostanze preservanti dei tessuti, anti-batteriche e anti-ossidanti nelle pratiche funebri della Grecia romana. Christina Papageorgopoulou, assistente di ricerca dell'Istituto di anatomia, la persona a cui si deve l'avvio dello studio, ha detto: "Questo tipo di imbalsamazione non era mai stato rilevato in Grecia relativamente a questo periodo." Dati precedenti suggerivano che soltanto persone selezionate venivano imbalsamate nella Grecia romana, ha aggiunto il team di ricerca. "Questo studio costituisce, grazie alla ricerca sulla mummia presso l'Università di Zurigo, un significativo approfondimento nella conoscenza della società, e della ricerca storica", ha detto il dott. Rühli, il coordinatore del progetto Swiss Mummy. Il Swiss Mummy usa metodi di analisi non invasivi, che non hanno un impatto negativo sui tessuti, per ottenere informazioni sulla vita e la morte, e sulle alterazioni avvenute dopo la morte nelle mummie storiche. Studi come questo hanno il potenziale di alimentare collaborazioni tra studiosi di scienze sociali e naturali, hanno dichiarato i ricercatori. "Questo approccio interdisciplinare è particolarmente interessante nello studio delle mummie," ha detto il dott. Rühli. "È uno degli obiettivi fondamentali della nostra unità di ricerca."

Paesi

Svizzera, Grecia