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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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L'allenamento mentale altera la biochimica cerebrale

Allenare attivamente la memoria a breve termine comporta notevoli cambiamenti dimostrabili nel numero di recettori dopaminergici nel cervello, stando ad un nuovo studio svedese. Lo studio, pubblicato nella rivista Science, è il primo a dimostrare come l'attività mentale può in...

Allenare attivamente la memoria a breve termine comporta notevoli cambiamenti dimostrabili nel numero di recettori dopaminergici nel cervello, stando ad un nuovo studio svedese. Lo studio, pubblicato nella rivista Science, è il primo a dimostrare come l'attività mentale può incidere sulla biochimica cerebrale dell'uomo. Le scoperte hanno implicazioni sul trattamento di malattie come l'ictus o la sindrome da stanchezza chronica, in cui viene compromessa la memoria a breve termine. La memoria a breve termine riguarda la capacità di conservare informazioni per un breve periodo di tempo, ad esempio nella risoluzione di problemi. La molecola messaggero dopamina riveste un ruolo centrale in questo tipo di memoria. Trattandosi di un neurotrasmettitore, il ruolo della dopamina è di trasferire i messaggi da una cellula nervosa all'altra. Le interruzioni nel sistema dopaminergico possono causare danni alla memoria a breve termine. L'indebolimento della memoria a breve termine è associato ad una serie di disturbi neurologici e psichiatrici, nonché all'invecchiamento. Questo recente studio è stato guidato dal professor Torkel Klingberg del Karolinska Institute in Svezia. Insieme al suo team aveva già in precedenza dimostrato che un allenamento intenso può condurre a miglioramenti della memoria a breve tempo in solo poche settimane. Il prof. Klingberg e i suoi colleghi hanno usato le PET scans (Positron Emission Tomography) per misurare le variazioni nel numero di recettori dopaminergici nel cervello dei soggetti testati. Per cinque settimane i partecipanti allo studio hanno eseguito esercizi di allenamento della memoria a breve termine, che li hanno spinti al limite delle loro capacità di memoria a breve termine. I volontari hanno eseguito gli esercizi per circa un'ora al giorno. La memoria a breve termine di tutti i partecipanti è migliorata notevolmente durante l'esperimento. Le PET scans hanno inoltre rivelato che l'intensivo "allenamento cerebrale" aveva portato a notevoli cambiamenti nel numero dei recettori dopaminergici. I ricercatori fanno notare che le loro scoperte mettono in evidenza l'interazione tra il comportamento e la biochimica cerebrale. "Non è soltanto la biochimica cerebrale che sostiene la nostra attività mentale, anche la nostra attività mentale e il nostro pensiero possono influire sulla biochimica," ha commentato il prof. Torkel. "Non è mai stato dimostrato che questo avenisse nell'uomo, e perciò ci pone davanti ad una serie di domande interessanti." La prima domanda alla quale finora non si riesce a dare una risposta è la natura del meccanismo responsabile della capacità del cervello di alterare il numero di recettori dopaminergici in risposta all'allenamento mentale. "Le variazioni nel numero di recettori dopaminergici di una persona [non] ci danno la risposta per la scarsa memoria," ha spiegato il prof. Lars Farde del Karolinska Institute e della AstraZeneca. "Dobbiamo anche chiederci se le differenze possano essere state causate dalla mancanza di allenamento cerebrale o da altri fattori ambientali." In frattempo, i ricercatori sono ottimisti che le loro scoperte possano eventualmente portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per le persone con la memoria a breve termine compromessa, dovuta a condizioni legate all'invecchiamento, come l'ADHD (attention-deficit hyperactivity disorder), l'ictus o la sindrome da stanchezza cronica. Il professor farde ha fatto notare: "Forse saremo in grado di scoprire nuovi trattamenti più efficaci, che combinano l'uso di farmaci e l'allenamento cognitivo, e in questo caso ci troviamo su un terreno estremamente interessante."

Paesi

Svezia

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