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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Progetto EU "sorveglia" gli utenti della strada

Alcuni ricercatori, finanziati dall'Unione europea, hanno compiuto un ulteriore passo avanti per la sicurezza stradale, grazie allo sviluppo di un sistema che "sorveglia" gli utenti della strada più vulnerabili. Il progetto WATCH-OVER ("Vehicle-to-vulnerable road user cooperat...

Alcuni ricercatori, finanziati dall'Unione europea, hanno compiuto un ulteriore passo avanti per la sicurezza stradale, grazie allo sviluppo di un sistema che "sorveglia" gli utenti della strada più vulnerabili. Il progetto WATCH-OVER ("Vehicle-to-vulnerable road user cooperative communication and sensing technologies to improve transport safety"), che ha ricevuto un finanziamento di 3,32 milioni di euro nell'ambito del Sesto programma quadro (6° PQ), ha sviluppato due versioni della stessa tecnologia: un sistema per la prevenzione degli incidenti e un sistema di allerta. Le tecnologie dei sensori oggi disponibili sul mercato non visualizzano gli ostacoli o hanno una visuale laterale e longitudinale ristretta. Gli esperti sostengono che non vi sia alcun sistema a sensori in grado di attuare una localizzazione preventiva in situazioni diverse. I partner del progetto WATCH-OVER affermano che la protezione degli utenti della strada più vulnerabili presenta un grado di complessità maggiore rispetto a quella degli automobilisti. Gli utenti della strada vulnerabili sono coloro che - come ciclisti e pedoni - non dispongono di airbag, roll-cage e cinture di sicurezza e che spesso si ritrovano, inaspettatamente, nell'area di un potenziale incidente. La tecnologia sviluppata nell'ambito del progetto, grazie a un sistema a sensori estremamente avanzato che localizza gli utenti della strada, sarà in grado di prevenire gli incidenti. Il risultato finale prevede che autovetture e utenti vulnerabili della strada possano "vedersi e "comunicare" tra loro. WATCH-OVER sfrutta un sistema a fotocamera stereoscopica per la versione per la prevenzione degli incidenti e un sistema monocamera, combinato con tecnologie di comunicazione, per la versione di allerta. Poiché l'attivazione dei sensori avviene poco prima dell'incidente e gli stessi non sono in grado di continuare a monitorare gli utenti vulnerabili, i ricercatori hanno ammesso che è necessario affiancarvi altre tecnologie. "È un punto estremamente importante. I sistemi che si basano su fotocamera, infatti, non sono in grado di visualizzare, per esempio, le aree nascoste dagli angoli," ha spiegato la dottoressa Luisa Andreone, coordinatrice del progetto. Per il buon funzionamento del sistema, è necessaria la collaborazione tra utenti della strada e automobilisti. Gli utenti vulnerabili della strada dovrebbero indossare o avere con sé un dispositivo in grado di avvertire gli automobilisti della loro vicinanza. I partner del progetto riconoscono che il successo del sistema dipenderà dalla sua integrazione in sistemi e capi d'abbigliamento già esistenti. Per dimostrare la validità di questo principio i ricercatori hanno sviluppato un dispositivo indossabile. Nonostante i risultati ottenuti, il sistema - come affermano i ricercatori - non è ancora stato introdotto sul mercato. "È necessario ricordare che si trattava di un progetto sperimentale," ha affermato la dott.ssa Andreone. "Sfruttando le tecnologie della comunicazione, stiamo esplorando un ambito nuovo per la sicurezza stradale. Abbiamo provato la validità del progetto, ma dobbiamo lavorare ulteriormente per mettere a punto una versione di allerta pronta ad essere commercializzata". Per i partner del progetto la sfida è costituita dalla necessità di distinguere in modo preciso le situazioni sicure da quelle pericolose, in modo tale da ridurre al minimo eventuali "falsi allarmi" attivati da calcoli inesatti dell'angolo di approccio, hanno affermato i ricercatori. "È possibile che si crei una situazione in cui un pedone che sta camminando non ha alcuna intenzione di attraversare la strada. Ovviamente [in questo caso] l'automobilista non deve ricevere alcun avvertimento, altrimenti il sistema sarebbe inutilizzabile," ha spiegato la direttrice del progetto. Sono una sfida anche i costi e la complessità delle tecnologie integrate nella vettura e disegnatori e ingegneri dovranno tenerne conto per lo sviluppo di tecnologie future. "La tecnologia utilizzata dagli utenti vulnerabili della strada dev'essere portatile, affidabile e energeticamente efficiente," ha suggerito la dottoressa Andreone. Sebbene vi siano ancora alcuni punti da risolvere, il progetto ha dimostrato alle aziende che misure per la protezione degli utenti della strada nuove e ottimizzate sono "a portata di mano", ha aggiunto.

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