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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Progetto dell'UE aiuta ad alleviare il dolore senza causare effetti collaterali

Il progetto SOS ("Safety of non-steroidal anti-inflammatory drugs"), finanziato dall'UE, sta lavorando per fornire ai professionisti della sanità una guida sui rischi (cardiovascolari e gastrointestinali) associati a certi analgesici. Alla fine, i risultati del progetto dovreb...

Il progetto SOS ("Safety of non-steroidal anti-inflammatory drugs"), finanziato dall'UE, sta lavorando per fornire ai professionisti della sanità una guida sui rischi (cardiovascolari e gastrointestinali) associati a certi analgesici. Alla fine, i risultati del progetto dovrebbero permettere di proteggere meglio i pazienti da questi effetti collaterali. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) aiutano a ridurre il dolore e l'infiammazione, e vengono comunemente somministrati a chi soffre di artrite e altre malattie degenerative delle articolazioni. Gli esperti ritengono, tuttavia, che ogni anno nell'Unione europea questi farmaci sono anche responsabili di migliaia di problemi dell'apparato digerente - complicazioni che a volte sono più gravi della malattia originaria. I "Coxib'' sono una nuova categoria di FANS, sviluppati in risposta agli effetti collaterali gastrici, ma il cui uso ha dimostrato poi in seguito essere collegato a un rischio aumentato di infarto e ictus. Gli esperti avvertono che occorre trovare un equilibrio tra i due rischi. Nell'Unione europea sono disponibili trenta tipi diversi di FANS, tra i quali i più usati sono l'aspirina e l'ibuprofene. Gli effetti collaterali possono apparire diversi in ciascun paziente e a seconda del tipo di FANS presente sul mercato, cosa che rende molto difficile un'accurata prescrizione del farmaco. Il progetto SOS, che è stato finanziato con 2,8 milioni di euro nell'ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE, esaminerà i profili medici di oltre 35 milioni di europei presi dalla popolazione generale, facendone il più grande studio sulla sicurezza dei FANS mai svolto. Il progetto riunisce 11 istituzioni di ricerca in Europa e in Canada, che stanno collaborando per fornire ai medici e alle autorità normative (ad esempio le agenzie mediche) dei modelli di riferimento, che dovranno guidarli nella scelta dei FANS. In particolare, i risultati ottenuti dal team del progetto SOS aiuteranno i professionisti sanitari a decidere quale FANS comporta il minor rischio gastrointestinale e cardiovascolare per ogni singolo paziente. Julia Hippisley-Cox, professoressa di epidemiologia clinica e medicina generale all'Università di Nottingham nel Regno Unito, ha spiegato che il progetto "aiuterà a quantificare e confrontare i rischi dei vari FANS sulla base del profilo di ogni individuo e dovrebbe aiutare a guidare pazienti e medici a prendere migliori decisioni rispetto alle possibilità di trattamento". Il team sta revisionando i testi dei trial clinici e i risultati osservati, per capire le attuali lacune nella conoscenza e poter individuare eventuali incoerenze metodologiche inerenti a questi studi. L'informazione medica su oltre 35 milioni di pazienti che fanno uso di FANS sarà tratta da banche dati in Germania, Italia, Paesi bassi e Regno Unito. Questi dati formeranno la base di vari modelli per produrre la conoscenza che, alla fine, aiuterà a prendere le giuste decisioni nella pratica clinica. Il consorzio SOS è composto da esperti del Centro medico dell'università Erasmus nei Paesi Bassi, la Fundació IMIM in Spagna, l'Università di Milano-Bicocca in Italia, l'istituto RTI (Research Triangle Institute) in Spagna, la Universität Bremen in Germania, il Research Institute of the McGill University Health Centre in Canada, l'Azienda Ospedaliera di Padova in Italia, la PHARMO Cooperation nei Paesi Bassi, la Université Victor-Segalen Bordeaux II in Francia, l'Azienda Sanitaria Locale della provincia di Cremona in Italia e la University of Nottingham nel Regno Unito.

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