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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Uno studio fa luce sul modus operandi delle cellule killer naturali

Ricercatori europei hanno scoperto come le cellule killer naturali immunitarie determinano se una cellula è malata, e deve quindi essere distrutta, o sana, nel qual caso può essere lasciata stare. I risultati, pubblicati sulla rivista PLoS (Public Library of Science) Biology, ...

Ricercatori europei hanno scoperto come le cellule killer naturali immunitarie determinano se una cellula è malata, e deve quindi essere distrutta, o sana, nel qual caso può essere lasciata stare. I risultati, pubblicati sulla rivista PLoS (Public Library of Science) Biology, potrebbero portare allo sviluppo di nuovi modi di incoraggiare l'attività di queste cellule e curare le malattie. Le cellule killer naturali (NK) sono globuli bianchi e, con oltre 1000 cellule NK in ogni goccia di sangue, hanno un ruolo fondamentale nel sistema immunitario innato del corpo. Le cellule NK perlustrano il corpo e costituiscono il fronte della difesa contro tumori e infezioni virali e batteriche. Quando afferrano una cellula malata, le cellule NK dirigono granuli tossici verso la cellula bersaglio. Durante il loro viaggio attraverso il corpo, però, le cellule NK si attaccano regolarmente anche a cellule perfettamente sane, staccandosene poi e andando avanti, lasciando intatte le cellule non malate. Fino ad ora non era chiaro come le cellule NK fossero in grado di determinare se una cellula è sana o meno. In questo studio, alcuni ricercatori provenienti da Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito hanno usato la microscopia ad alta velocità per osservare il processo decisivo delle cellule NK. Le loro osservazioni hanno rivelato che il fattore chiave per le decisioni è l'interazione tra le proteine che si trovano sulla superficie delle cellule NK e le proteine che si trovano sulla superficie della cellula bersaglio. "Gli scienziati sanno da molto tempo che le proteine sulla superficie delle cellule killer naturali sono coinvolte nella risposta alla domanda "uccidere o non uccidere?", ma non sapevamo come esattamente questi segnali molecolari si traducessero nella risposta giusta," ha commentato il professor Dan Davis dell'Imperial College di Londra nel Regno Unito. "La nostra ricerca ha mostrato che le informazioni raccolte dai recettori di superficie dice alle cellule killer naturali se devono smettere di sorvegliare e cominciare a uccidere, o se devono spostarsi velocemente, e senza recare danno, in cerca di un altro obiettivo." Ogni cellula NK ha due tipi di recettori sulla superficie: gli "attivatori" che - come dice il loro nome - attivano la risposta "uccidere"; e gli inibitori, che disattivano tale meccanismo. Quando una cellula NK si attacca a una cellula cancerosa o infetta, si innesca una grande quantità di recettori attivatori. Quando ciò avviene, le cellule NK si spargono sulla superficie della cellula bersaglio, controllando nel frattempo continuamente i livelli di segnali attivatori o inibitori. Se i segnali attivatori continuano a dominare, la cellula NK trattiene la cellula target e alla fine la uccide. Al contrario, le cellule sane interagiscono con più recettori inibitori e relativamente pochi recettori attivatori, il risultato di "spento" è quindi dominante e la cellula NK presto lascia andare la cellula sana e continua la sua caccia alle cellule malate. "Considerando che le cellule NK hanno un ruolo così importante nella risposta del nostro sistema immunitario al cancro e alle malattie, sappiamo relativamente poco sul loro funzionamento - come funzionano esattamente e come interagiscono con le cellule che incontrano dentro di noi," ha concluso la dott.ssa Fiona Culley dell'Imperial College di Londra, autrice principale dell'articolo. "Questo studio accresce significativamente le nostre conoscenze su come le cellule killer naturali distinguono le cellule sane da quelle malate."

Paesi

Germania, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito

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