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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Nuovo progetto europeo per migliorare i servizi sanitari nell'Africa subsahariana

Gli abitanti delle regioni dell'Africa subsahariana continuano a lottare contro le difficoltà causate dalla povertà e morbilità (ovvero l'incidenza di una specifica malattia). Gli adolescenti, in particolare, rischiano di sviluppare problemi a livello riproduttivo. A questo pr...

Gli abitanti delle regioni dell'Africa subsahariana continuano a lottare contro le difficoltà causate dalla povertà e morbilità (ovvero l'incidenza di una specifica malattia). Gli adolescenti, in particolare, rischiano di sviluppare problemi a livello riproduttivo. A questo proposito è stato avviato un nuovo progetto comunitario volto a valutare l'efficienza dei programmi esistenti e a identificare i motivi strutturali che ostacolano l'accesso ai servizi di salute riproduttiva in Nigeria e Tanzania. Il progetto INTHEC ("Health, education and community integration: evidence based strategies to increase equity, integration and effectiveness of reproductive health services for poor communities in sub-Saharan Africa") ha ricevuto finanziamenti per 2,75 milioni di euro nell'ambito del Settimo programma quadro (7° PQ). Il progetto, lanciato nel 2010, terminerà nel febbraio 2014 e avrà un ruolo determinante per quanto concerne il superamento delle barriere culturali che impediscono l'accesso ai servizi di salute riproduttiva o che limitano l'efficacia degli stessi nei paesi partner. Il consorzio INTHEC, coordinato dalla Liverpool School of Tropical Medicine (LSTM), nel Regno Unito, vede la partecipazione di esperti nella ricerca legata alla salute riproduttiva e all'applicazione interventiva, nonché importanti attori del settore politico e governativo di Belgio, Nigeria e Tanzania. I partner progetteranno e analizzeranno interventi mirati destinati a comunità, scuole e workshop. Uno dei propositi, per esempio, è creare legami più stretti tra le comunità e le unità sanitarie e rafforzare l'efficacia dei servizi di salute riproduttiva. Il team ha spiegato che gli interventi, la cui efficacia verrà testata mediante una serie di test di valutazione, verranno implementati gradualmente. Sulla base delle informazioni ottenute si procederà all'elaborazione di uno studio clinico randomizzato basato su dati raccolti dalla popolazione. "La ricerca cercherà di superare gli ostacoli strutturali principali che limitano l'accesso a servizi di salute riproduttiva efficaci attraverso un'attenta valutazione dei punti deboli degli attuali programmi e la messa a punto di azioni specifiche dirette concepite per il superamento di questi ostacoli", ha spiegato la dott.ssa Angela Obasi, coordinatrice del progetto e collaboratrice di LSTM. "I ministri di Tanzania e Nigeria responsabili dei servizi per la salute riproduttiva sono partner del programma: i risultati della ricerca, quindi, saranno nelle mani dei politici interessati. Proprio questo garantirà che i risultati ottenuti possano essere implementati anche oltre il periodo di riferimento del progetto". Il team di INTHEC ha organizzato un workshop per il lancio del progetto dal 10 al 14 maggio presso la sede di LSTM. Secondo Advocates for Youth, un'organizzazione statunitense senza scopo di lucro non coinvolta nel progetto, le cause del tasso di morbilità e mortalità tra gli adolescenti sarebbero da ricercare nella precoce attività sessuale. Il tasso di fertilità tra gli adolescenti che vivono nelle regioni dell'Africa subsahariana è di norma superiore a quello di altre aree del mondo. Quando a partorire è un'adolescente, aumentano i rischi sia per la madre che per il bambino: tra i problemi che potrebbero sorgere, infatti, figurano tossiemia, anemia, malnutrizione e fistole vescicali o retto-vaginali (ovvero un collegamento o un condotto anomalo tra organi pieni e organi cavi normalmente non collegati tra loro). Per esempio, l'80% dei casi di fistole in Nigeria si registra tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni. La ricerca evidenzia inoltre che anche le malattie sessualmente trasmissibili rivestono un ruolo determinante: le adolescenti, infatti, corrono maggiormente il rischio di infettarsi rispetto alle donne adulte. Nella maggior parte dei casi le donne non presentano sintomi e proprio l'impossibilità di diagnosticare tempestivamente il problema può dare origine a complicazioni più gravi e a lungo termine.

Paesi

Belgio, Niger, Tanzania, Regno Unito

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