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Un colossale parco solare nel Sahara potrebbe soddisfare le nostre esigenze energetiche?

Il grande deserto africano contiene una quantità pressoché illimitata non solo di sabbia, ma anche di sole. È tecnicamente possibile dare vita a un megaprogetto solare? Il nostro esperto Khamid Mahkamov chiarisce la questione.

Energia icon Energia

L’energia rinnovabile è un fattore essenziale affinché l’Europa centri l’obiettivo di diventare il primo continente a raggiungere la neutralità carbonica. La crisi climatica, unita all’aumento dei prezzi del gas naturale, ha evidenziato ulteriormente l’esigenza di una transizione verso una sistema energetico a basse emissioni di carbonio. L’Europa è sulla buona strada verso il suo traguardo: dei 2 664 TWh di elettricità prodotta nel continente nel 2020, il 34 % proveniva da fonti rinnovabili. Ma sebbene l’energia rinnovabile sia presente in abbondanza, occorre costruire le infrastrutture per catturarla. Soddisfare la domanda di energia totale europea esclusivamente con le rinnovabili richiederebbe un numero ingente di progetti infrastrutturali e ciascuno competerebbe con altre destinazioni d’uso del suolo, come lo sviluppo residenziale e industriale, l’agricoltura e i paesaggi naturali. Tuttavia, esiste vicino all’Europa un ampio spazio vuoto con grandi quantità di energia rinnovabile: il deserto del Sahara africano. Un parco solare di enormi dimensioni in quest’area potrebbe sostituire la generazione di energia europea? «Se venissero affrontate appieno tutte le difficoltà ingegneristiche, ambientali e politiche, allora sì, si potrebbe generare sufficiente energia nel Sahara attraverso gli impianti solari, per soddisfare un’ampia parte dell’attuale domanda di elettricità dell’UE», afferma Mahkamov, professore di ingegneria meccanica ed edile presso l’Università di Northumbria. «Considerando che, secondo le stime, la superficie totale del Sahara è pari a 9,3 milioni di km2 e che il soleggiamento medio è di 263 W/m2, e tenendo conto del livello attuale di sviluppo ed efficienza delle tecnologie per l’energia solare, si può affermare che il deserto del Sahara presenta effettivamente potenzialità enormi per la generazione di quantità comparabili di elettricità, sebbene con fluttuazioni stagionali», spiega. Ma è nei dettagli che si nascondono le insidie.

Sole, sabbia ed energia solare

Secondo Mahkamov, prima di poter costruire un parco solare di enormi dimensioni nel Sahara occorre condurre ricerche sulle ripercussioni ambientali e sociali a lungo termine derivanti dalla copertura di un’area così grande con pannelli fotovoltaici. Vi è poi il problema di installare una grande infrastruttura critica in un ambiente così remoto e dalle condizioni atmosferiche spesso ostili. Molto probabilmente, un impianto solare nel Sahara si scontrerebbe con numerosi problemi di manutenzione, legati agli effetti negativi delle tempeste di sabbia ricorrenti e al movimento incessante della sabbia nel deserto. Inoltre, a differenza dei pannelli solari installati su un tetto, i megaimpianti presentano una lunga serie di requisiti specifici. «Le tecnologie di conversione devono essere diversificate e occorre anche utilizzare una combinazione di tecnologie differenti per ottenere un flusso ottimale di energia e per sfruttare appieno lo spettro di irradiazione solare intermittente», aggiunge Mahkamov. Un’altra questione impossibile da ignorare è che un eventuale megaimpianto solare nel Sahara lascerebbe l’Europa ancora totalmente dipendente dall’importazione di energia dell’estero, e vulnerabile a tutti i problemi che ne conseguono.

Il vantaggio di partire dal piccolo

Secondo Mahkamov, occorrerebbe concentrarsi sull’espansione dell’infrastruttura solare direttamente in Europa e questo processo può iniziare con l’installazione di impianti solari in prossimità delle nostre case. Nell’ambito del progetto Innova MicroSolar, un consorzio guidato da Mahkamov ha sviluppato un sistema solare a concentrazione conveniente e ad alte prestazioni, per la produzione di elettricità e calore in loco su piccola scala. Invece di una lunghissima stringa di pannelli, la soluzione comprende migliaia di unità molto più piccole. Mahkamov conclude: «Il sistema ha le potenzialità per fornire un notevole risparmio energetico nei paesi dell’Europa meridionale e, in alcuni di essi, per soddisfare la domanda energetica totale.» «Se impiegato in un’abitazione individuale, riduce le emissioni di CO2 di una percentuale compresa tra il 70 % e il 95 % nei paesi meridionali e di circa il 30 % in media negli altri.» Per scoprire di più sulla ricerca di Mahkamov, consultare l’articolo: Impianti solari su piccola scala dal grande potenziale

Parole chiave

Innova MicroSolar, impianto solare, Sahara, energia, energia rinnovabile, neutralità carbonica, energia solare