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Aggiornamento su iSIM: svelare la discriminazione razziale nel reclutamento della forza lavoro in Europa

Alla sua conclusione, avvenuta nel 2018, il progetto GEMM aveva fornito una valutazione delle disuguaglianze presenti nel mercato del lavoro che colpivano i migranti e le minoranze in Europa. Cinque anni più tardi, ha condotto il più ampio studio sulla discriminazione razziale nel reclutamento di personale in Europa.

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Il progetto GEMM, finanziato dall’UE, ha fatto luce sulle cause di queste disuguaglianze e ha determinato le modalità attraverso cui i fattori istituzionali sono in grado di spiegare le differenze esistenti tra i diversi paesi. I ricercatori hanno fornito raccomandazioni pratiche di particolare interesse per i responsabili politici. «I risultati hanno evidenziato i significativi divari che esistono tra i gruppi di migranti nei mercati del lavoro europei, e in particolare gli allarmanti livelli di discriminazione nelle assunzioni nei confronti delle minoranze etniche e religiose, che non sembrano ridursi, se non in modo irrilevante, nel corso del tempo», spiega Neli Demireva, docente di sociologia presso l’Università dell’Essex nel Regno Unito e coordinatrice di GEMM. «I nostri risultati indicano la presenza di una concorrenza molto scarsa tra la maggioranza della popolazione nei paesi di accoglienza e gli immigrati», aggiunge l’autrice. «Il contesto dell’accoglienza è importante per poter garantire una migliore integrazione dei migranti: i corsi legati al paese ospitante, infatti, possono aiutare in modo molto rilevante i rifugiati e i gruppi più vulnerabili.» Nell’estate del 2023, sulla rivista «Socio-Economic Review» è stato pubblicato uno studio che ha presentato i risultati del primo esperimento su larga scala condotto in Europa al fine di indagare sulla discriminazione razziale basata sull’aspetto fisico per quanto concerne le assunzioni. I ricercatori hanno esaminato le risposte di quasi 13 000 aziende europee a domande di lavoro fittizie in Germania, Spagna e Paesi Bassi, dove allegare una fotografia al CV è prassi consueta. I nomi e le fotografie sono stati modificati nelle domande di lavoro presentate in risposta a annunci online reali per diverse professioni. Tutti i candidati fittizi erano giovani cittadini di paesi europei nati da genitori provenienti da quattro macroregioni, ovvero Europa-Stati Uniti, Maghreb-Medio Oriente, America Latina-Caraibi e Asia. Nel complesso, i risultati hanno messo in evidenza che il fenotipo non bianco (caratteristiche esteriori legate alla razza) costituisce un rilevante ostacolo per l’occupazione dei cittadini europei nati da genitori immigrati. I candidati neri sono stati richiamati in media dai selezionatori con la minor frequenza, mentre quelli bianchi con quella più elevata. I candidati di origine magrebina e mediorientale con fenotipi neri hanno dovuto presentare circa il 50% in più di domande per essere richiamati dai datori di lavoro rispetto a candidati con CV identici, ma con nomi europei e fenotipi bianchi. I finanziamenti dell’UE sono stati fondamentali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il progetto GEMM si era prefisso. «Ci hanno permesso di confrontare i processi e i risultati a livello di integrazione nei diversi paesi europei", dichiara Demireva, che conclude: «Inoltre, ci hanno consentito di evidenziare i fattori che contribuiscono a integrare con successo i migranti e le minoranze nel mercato del lavoro del paese di accoglienza, a tutto vantaggio di tali minoranze, della maggioranza della popolazione e delle società europee ospitanti che abbiamo studiato.»

Parole chiave

GEMM, discriminazione razziale, discriminazione, reclutamento, mercato del lavoro, disuguaglianza, migrante, minoranza, assunzione, fenotipo