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Dovremmo eradicare le zanzare?

Fastidiose, sgradite e talvolta letali: il mondo sarebbe un posto migliore meglio senza questi piccoli succhiasangue volanti. Ma esiste un valido motivo per tenerli fra noi? Il nostro esperto Jérémy Bouyer propone un’argomentazione a difesa di questi minuscoli insetti infestanti.

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«Se pensiamo ad animali come i ratti, è sempre bene eradicarli nelle isole in cui sono stati introdotti», afferma Jérémy Bouyer, direttore della ricerca presso il Centro di ricerca agricola francese per lo sviluppo internazionale (CIRAD). «In tutta sincerità, possiamo considerare Aedes albopictus e Aedes aegypti alla stregua di topi volanti.» Le zanzare sono vettori di malattie come la malaria e la febbre gialla, che causano la morte di milioni di persone. Questi insetti proliferano dove è presente acqua stagnante, ad esempio nelle paludi e all’interno di rifiuti di plastica, di lattine per bevande e di vecchi pneumatici. «Se si eradica un elemento appena introdotto, si torna di fatto a una situazione di equilibrio», spiega Bouyer. «Quando la specie è endemica, però, bisogna chiedersi se sia saggio eliminarla o meno.» In un ecosistema ogni organismo svolge un ruolo specifico e la sua rimozione può avere un effetto domino nella rete alimentare, dal momento che il predatore di un animale è di solito la preda di un altro. La scomparsa di una specie può anche indebolire l’ecosistema nel suo complesso, persino portandolo al collasso. Nel caso delle zanzare, questa non sembra una prospettiva possibile, poiché i loro predatori (uccelli, ragni e libellule) sono generalisti e si nutrono anche di altri insetti. Ma le zanzare non sono solo cibo per altri animali. Le larve di Anopheles gambiae, una specie autoctona e vettore della malaria in Africa, ospitano e mangiano batteri ritenuti importanti per il terreno delle paludi, la cui rimozione potrebbe ripercuotersi in modo imprevisto sul microbioma. Inoltre, molte zanzare potrebbero svolgere un ruolo ancora ignoto.

Zanzare cadute dal cielo

Con l’avvento delle nuove tecnologie, la questione dell’opportunità di eradicare le zanzare non è più solo accademica. I metodi proposti per ottenerla includono il rilascio di zanzare maschio sterili cresciute in allevamenti per impedire alle femmine di riprodursi, nonché unità genetiche artificiali che diffondano rapidamente la sterilità maschile in una popolazione. Nell’ambito del progetto MOSQUAREL, sostenuto dal Consiglio europeo della ricerca, Bouyer e colleghi hanno sviluppato droni in grado di rilasciare insetti sterilizzati per via aerea. Questo approccio migliora notevolmente l’efficienza dei programmi di rilascio di insetti sterili, rispetto al metodo attuale che prevede l’uso di gabbie aperte sul retro dei veicoli stradali.

Dilemmi etici

Le unità geniche sono state testate in laboratorio ma non ancora sul campo, in parte per il timore che i geni modificati possano diffondersi tra specie di zanzare simili. Come osserva Bouyer, tutte le nuove tecnologie tendono a generare un certo livello di apprensione: «Tutti sono preoccupati perché si tratta di una novità.» La comunità scientifica e l’opinione pubblica continueranno a discutere in merito all’etica e alla praticità dell’eliminazione definitiva delle specie di zanzare più problematiche. Ma secondo Bouyer occorre discutere anche dell’alternativa, ovvero l’uso diffuso di insetticidi dannosi, che spesso uccidono molte altre specie e a volte non hanno efficacia sul bersaglio previsto. «Nella regione di Parigi abbiamo ridotto la biodiversità delle farfalle del 90 %», osserva, «pur non avendone l’intenzione.» Per maggiori informazioni sulla ricerca di Bouyer: «Impiego di droni per favorire la diffusione di zanzare sterili»

Parole chiave

MOSQUAREL, zanzare, eradicazione, gene drive, tecnologie, insetticidi, dilemmi etici, ecosistema