Il clima, una spada di Damocle per l'Artico
L'impatto dei cambiamenti climatici è oggi e continuerà a farsi sentire anche in futuro più drammaticamente nelle regioni polari. Comprendere le conseguenze dei cambiamenti nei cicli idrologici, la perdita della copertura di ghiaccio e i flussi delle correnti oceaniche è di fondamentale importanza sia per gli scienziati che per la popolazione mondiale in generale. In quanto consumatori, il pubblico in generale è responsabile dell'enorme aumento di anidride carbonica e di altri inquinanti che stanno scatenando disordini in zone sensibili come l'Artico, in particolare. Per la maggior parte delle persone Damocle è associato a un pericolo imminente e, da un punto di vista ecologico, l'impatto umano sul clima rappresenta una minaccia enorme, non solo nelle regioni polari, ma anche per il continente europeo. Con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica su queste e altre questioni, il progetto DOE ("Damocles over Europe") ha esteso la portata del progetto esistente Damocles IP. I risultati del progetto esistente avevano raccolto dati integrati sul sistema ghiaccio-oceano-atmosfera dell'Artico per migliorare i modelli predittivi e consentire una migliore comprensione delle interazioni con il clima. Il progetto DOE intendeva ampliare le conoscenze comuni sull'Artico e a eliminare alcune idee sbagliate diffuse relative al clima e a questa regione sensibile. La conseguente mostra itinerante DOE è stata curata dalla Fondazione polare internazionale (IPF - International Polar Foundation) e dall'Atelier Brückner, museum designer di Stoccarda, ed è stata allestita in varie sedi in Belgio, Bulgaria, Francia, Italia e Lussemburgo. Ampliata in un nuovo formato, la mostra DOE è stata appositamente progettata per rivolgersi a un pubblico internazionale e ai partecipanti giovani. Per chiarire meglio l'entità del danno che le pratiche umane hanno inflitto sull'ambiente artico, la presentazione ha mostrato graficamente il contrasto tra le condizioni passate e presenti. Le marcate differenze sono state evidenziate ponendo l'accento sull'Artico attraverso la storia in termini di clima, scienza e natura della vita nei periodi caldi e freddi. Le discussione collegate hanno poi sottolineato come il sistema climatico mondiale colpisce le aree polari e perché, attraverso la ricerca, è necessario capire l'intero processo. Agli eventi che hanno ospitato la mostra hanno partecipato un totale di 270.000 persone. La mostra DOE sarà senza dubbio un modello per le iniziative future per sensibilizzare il grande pubblico sul riscaldamento globale e il suo minaccioso impatto. Per coloro che hanno perso la mostra, il lavoro di IPF continua e i dettagli possono essere reperiti sul sito web http://www.polarfoundation.org/ .