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Water reclamation technologies for safe artificial groundwater recharge

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Il filtraggio delle acque reflue: un fenomeno naturale

L'utilizzo del suolo per sostenere le attività di filtraggio delle acque reflue rappresenta una parte importante del processo di riciclo delle acque reflue nelle acque dolci. La ricerca in tale direzione rappresenta uno strumento utile soprattutto per i paesi in via di sviluppo.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

L'acqua pulita costituisce un elemento indispensabile per ogni comunità di tutto il mondo e tuttavia, in numerosi paesi in via di sviluppo, tale risorsa si sta pian piano esaurendo. Il riciclo delle acque reflue rappresenta una soluzione promettente, specialmente grazie all'utilizzo della tecnologia del ravvenamento della falda freatica (AR), basato sul trattamento naturale. Il progetto Reclaim Water ("Water reclamation technologies for safe artificial groundwater recharge"), finanziato dall'UE, ha lavorato allo scopo di fornire una tecnologia sicura ed efficiente in termini di costi tesa alla depurazione delle acque reflue e alla gestione del ravvenamento della falda freatica. È stato analizzato il modo di liberare in modo efficace le acque reflue dai contaminanti microbici e chimici allo scopo di produrre acqua utilizzabile in grado di integrare gli approvvigionamenti di acqua dolce, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Allo scopo di raggiungere tali obiettivi, i fautori del progetto hanno analizzato i contaminanti microbici e i geni resistenti agli antibiotici nelle acque reflue, nonché vari composti organici che potrebbero essere nocivi per l'acqua. Grazie all'iniziativa Reclaim Water, sono stati condotti vari studi sulle attività di depurazione delle acque reflue e sull'AR, incentrati sulla rimozione di microrganismi e di composti organici. Sono stati utilizzati 8 luoghi di prova in tutto il mondo ai fini del trattamento degli scarichi delle acque reflue municipali e del ravvenamento della falda freatica con le acque piovane, accompagnati da un ampio monitoraggio di 50 parametri e contaminanti di acque reflue. In tutto, grazie al progetto sono state identificate varie opzioni finalizzate al miglioramento della qualità prima del ravvenamento della falda freatica che sono costate meno di 1 euro e di 1 kilowatt all'ora per ciascun metro cubo. I sistemi più promettenti in tal senso sono stati i sistemi naturali, tra cui il passaggio nel suolo e il trattamento delle falde acquifere del suolo (SAT) che, sebbene abbiano imposto limiti di filtraggio ancora da superare, si sono dimostrati più efficienti rispetto al filtraggio a membrana. Benché, nell'ambito dell'iniziativa, non siano state trovate soluzioni definitive al pre-trattamento, è stata tuttavia accertata l'importanza delle barriere di falde acquifere nel trattamento delle acque reflue. È stato altresì messo in evidenza l'uso di tecnologie, tra cui la cromatografia di esclusione dimensionale (SEC) e le misurazioni delle emissioni da eccitazione (EEM), allo scopo di monitorare la materia organica degli scarichi rispetto alla materia organica naturale durante le operazioni di trattamento delle acque. Tali progressi sono importanti nella salvaguardia della salute, dell'ambiente e del benessere socioeconomico nei paesi in via di sviluppo. I risultati del progetto sono stati divulgati mediante numerose pubblicazioni e si prevede che tali traguardi rivestiranno un ruolo determinante nel perfezionamento e nell'utilizzo di questa nuova tecnologia di trattamento delle acque reflue.

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