European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Contenuto archiviato il 2022-11-28

Article available in the following languages:

La Commissione avvia un'azione contro gli Stati membri in ritardo nella liberalizzazione delle telecomunicazioni

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura formale di violazione contro sette Stati membri al fine di spingerli ad accelerare il processo di trasposizione delle misure necessarie per il completamento della liberalizzazione delle telecomunicazioni. I sette Stati ...

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura formale di violazione contro sette Stati membri al fine di spingerli ad accelerare il processo di trasposizione delle misure necessarie per il completamento della liberalizzazione delle telecomunicazioni. I sette Stati membri sono: Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo e Portogallo. Una simile procedura di violazione, inoltre, è stata già avviata contro la Spagna. La decisione della Commissione fa seguito all'adozione, l'8 ottobre 1997, di un rapporto sullo stato della trasposizione negli Stati membri del pacchetto di misure tese alla completa liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, prevista per il 1° gennaio 1998. Il rapporto concludeva che gran parte degli Stati membri aveva già trasposto l'intero quadro regolamentare o lo avrebbe fatto entro la fine del 1997; ciò nonostante, numerosi Stati membri erano ancora in ritardo nei settori chiave. Le procedure approvate dalla Commissione riguardano le seguenti violazioni dei regolamenti dell'UE: - Danimarca: . non ha assicurato che l'operatore pubblico, TeleDanmark, pubblicasse entro il 1° luglio 1977 le condizioni standard per l'interconnessione. Questa pubblicazione è cruciale per permettere ai nuovi attori sul mercato di negoziare rapidamente, in base a tali condizioni standard, l'interconnessione della loro nuova rete con quella già esistente; - Grecia: . non ha consentito a due operatori privati greci di GSM di interconnettere le loro reti direttamente con reti estere fisse o mobili senza passare attraverso la rete dell'operatore pubblico; . non ha assicurato a questi operatori privati di GSM l'accesso ai necessari punti di interconnessione con la rete pubblica fissa; . non ha liberalizzato la creazione di una nuova infrastruttura per fornire i servizi liberalizzati; - Italia: . non ha assicurato entro il 1° luglio 1996 la liberalizzazione completa della creazione di nuove infrastrutture, nonché dell'utilizzazione di quelle esistenti, per i servizi liberalizzati, dato che sta ancora prevedendo di imporre una nuova procedura di autorizzazione di licenze per questa attività; . non ha specificato i futuri obblighi finanziari che saranno imposti ai nuovi attori sul mercato in modo da ripartire il costo netto del servizio universale che spetta a Telecom Italia; - Lussemburgo: . non ha liberalizzato la creazione di una nuova infrastruttura per fornire i servizi liberalizzati; . non ha notificato le misure chiave che faranno parte delle procedure di dichiarazione che intende imporre ai futuri provider di telefonia vocale e di reti pubbliche di telecomunicazioni; . non ha trasposto correttamente una disposizione del diritto europeo che proibisce la limitazione del numero di licenze accordabili ai nuovi attori sul mercato, salvo in caso di scarsità delle frequenze (che è il caso del GSM); - Germania: . non ha assicurato che Deutsche Telekom pubblicasse le condizioni standard per l'interconnessione, ivi comprese le tariffe, così come previsto dai regolamenti dell'UE; - Portogallo: . non ha liberalizzato la creazione di una nuova infrastruttura per fornire i servizi liberalizzati; . non ha assicurato che Portugal Telecom S.A. utilizzi un sistema di tariffazione tale da consentire alla Commissione di valutare se le sue tariffe telefoniche sono basate sui costi. - Belgio: . non ha ancora adottato le misure legali necessarie per liberalizzare la telefonia vocale e l'istituzione di reti pubbliche di telecomunicazioni entro il 1° gennaio 1998; . ha liberalizzato soltanto l'uso di infrastrutture esistenti e non la creazione di nuove infrastrutture per fornire i servizi liberalizzati, senza tenere conto del fatto che già nell'agosto 1996 la Commissione aveva avvertito il Belgio che il suo progetto di legislazione dell'epoca era contrario ai regolamenti europei; . non ha adottato la legislazione che definisce i contributi finanziari dei nuovi attori al costo netto del servizio universale; . non ha abolito le restrizioni presenti nel decreto sul GSM e riguardanti l'interconnessione diretta fra reti ubicate in Stati membri differenti; . non ha assicurato che il sistema di tariffazione attuato da Belgacom identifichi gli elementi di costo impliciti sui quali, in base alla legislazione europea, dovrebbero basarsi le condizioni e le modalità standard di interconnessione pubblicate; . non ha adottato nessun calendario per la futura soppressione degli squilibri tariffari che, secondo Belgacom, non potrà essere completata prima del 2000; . non ha trasposto un determinato numero di disposizioni della Direttiva sulla telefonia vocale (Direttiva 95/62/CE) che avrebbe dovuto essere trasposta completamente entro il 13 dicembre 1996. Parallelamente, la Commissione ha deciso di continuare la procedura di violazione già aperta nei confronti della Spagna che, come il Belgio, non ha tolto tutte le restrizioni alla creazione di nuove infrastrutture per la fornitura dei servizi liberalizzati.

Paesi

Belgio, Germania, Danimarca, Grecia, Spagna, Italia, Lussemburgo, Portogallo

Articoli correlati