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Contenuto archiviato il 2023-01-20

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Il sistema di ricerca lituano affronta con ottimismo le dure sfide

Come ha sottolineato il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik nel suo discorso di benvenuto al primo forum lituano di ricerca (svoltosi a Bruxelles il 25 novembre), se l'UE vuole raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di competitività tutti i 25 Stati membri d...

Come ha sottolineato il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik nel suo discorso di benvenuto al primo forum lituano di ricerca (svoltosi a Bruxelles il 25 novembre), se l'UE vuole raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di competitività tutti i 25 Stati membri devono darsi attivamente da fare. Ma in un paese come la Lituania, in cui l'investimento annuo totale per la R&S (Ricerca e sviluppo) ammonta a uno scarno 0,7% del PIL, già tentare di portarsi al livello dei paesi comunitari più avanzati rappresenta una formidabile sfida, figuriamoci poi voler contribuire a migliorare i risultati dell'Europa per aiutarla a diventare l'economia più competitiva al mondo. Ma è proprio questo il doppio obiettivo che il paese si è fissato, secondo il vice ministro per l'Istruzione Rimantas Vaitkus. La strada è disseminata di ostacoli, non ultimo il fatto che il PIL pro capite lituano è di due volte e mezzo circa inferiore alla media comunitaria o che, dopo l'ultimo collasso degli anni '90, solo adesso si sta procedendo a ricostruire il sistema nazionale di ricerca e innovazione. Esistono però anche molti motivi di ottimismo. Vaitkus ha ricordato il gran numero d'iscritti agl'istituti d'istruzione superiore, 170.000 su una popolazione totale di soli 3,5 milioni, e il fatto che nel 2001 la Lituania aveva 14,8 laureati in materie scientifiche e ingegneria per ogni 1.000 abitanti, una percentuale inferiore a quella di soli altri quattro paesi dell'UE. Ma ha anche ammesso che: 'Le sfide maggiori che il governo deve affrontare sono la spesa per la R&S (solo lo 0,7% del PIL), molto lontana dall'obiettivo di Barcellona, e l'investimento privato nella ricerca (solo lo 0,14% del PIL), estremamente basso'. Altre sfide da vincere sono il sistema d'istruzione superiore, che oggi non soddisfa correttamente le esigenze di mercato, lo stato risibile delle infrastrutture nazionali di ricerca, un sistema innovativo che non funziona, un collegamento tra università e industrie poco sviluppato. 'In linea generale, il sistema è però favorevole', ha detto Vaitkus, riferendosi alla rapida crescita economica, al clima politico stabile, allo sviluppo 'intenso' delle tecnologie d'informazione e delle comunicazioni. I ricercatori lituani sono presenti in 114 progetti del Sesto programma quadro (6PQ), una rimarchevole presenza per uno dei paesi più piccoli dell'UE, e nel paese sono presenti alcuni team di ricerca e aziende di settori ad alta tecnologia, ad esempio biotecnologie, fisica e TIC (Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni). Un settore in cui la Lituania ha ottenuto riconoscimenti internazionali è quello della ricerca laser, concretizzatasi nella partecipazione dell'università di Vilnius al progetto integrato LASERLAB-EUROPE (del valore di 14,5 milioni di euro) e nella presenza ai quattro angoli del mondo di apparecchiature laser prodotte nel paese. Come ha sottolineato il docente universitario Habil Piskarskas: 'Mentre nel resto d'Europa i dati mostrano un declino delle iscrizioni, in Lituania il numero di studenti che scelgono i corsi di fisica aumenta ogni anno'. Ecco perché, anche se nessuno si nasconde l'immensità del compito cui deve far fronte nella ricerca fondamentale, in Lituania vi sono abbastanza segni positivi da lasciar pensare che il paese possa vincere la sfida, e questo è motivo di grande ottimismo. 'Abbiamo molte possibilità e abbiamo bisogno di più collaborazione, ma penso che in futuro la Lituania cercherà di essere in prima linea nella ricerca e sviluppo in Europa', ha concluso Vaitkus.

Paesi

Lituania