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Potocnik pronostica una profonda trasformazione della ricerca europea

Janez Potocnik, commissario UE per la Scienza e la ricerca, ritiene che le modifiche proposte nel Libro verde sullo Spazio europeo della ricerca (SER), pubblicato di recente, porteranno all'indispensabile trasformazione del sistema. In un suo intervento a una riunione inform...

Janez Potocnik, commissario UE per la Scienza e la ricerca, ritiene che le modifiche proposte nel Libro verde sullo Spazio europeo della ricerca (SER), pubblicato di recente, porteranno all'indispensabile trasformazione del sistema. In un suo intervento a una riunione informale del Consiglio «Competitività» tenutasi il 26 aprile, il commissario ha dichiarato che tali modifiche, se introdotte in maniera efficace, potranno creare nell'UE una «quinta libertà», quella della «circolazione della conoscenza», che si aggiungerebbe alle quattro libertà sancite dal Trattato, che tutela la libera circolazione di merci, servizi, capitali e lavoratori. Il commissario auspica di vedere la quinta libertà estendersi a settori e politiche che non riguardano esclusivamente la ricerca, ma che hanno un notevole impatto su di essa. «Perché non iniziare, ad esempio, ad immaginare un sistema di previdenza sociale dedicato alle esigenze dei ricercatori?», ha affermato. La questione chiave è, tuttavia, come creare questa libertà. Nella ricerca europea persistono diversi problemi, i più significativi dei quali sono la frammentazione delle risorse, una debole presenza globale, i divari nella ricerca, la duplicazione dell'eccellenza e gli ostacoli alla carriera nel settore della ricerca. «Un vero Spazio europeo della ricerca non può funzionare in simili condizioni», ha messo in guardia il commissario, evidenziando anche la necessità di due cambiamenti centrali, il primo dei quali è di natura pratica e riguarda la necessità di rimuovere gli ostacoli alla ricerca. «Perché, ad esempio, la libertà di circolare dei ricercatori in tutti i paesi dell'UE e in tutti i settori è ridotta, a causa di requisiti amministrativi discutibili?», ha domandato il commissario. Il secondo cambiamento riguarda principalmente il modo di pensare. «È necessaria una maggiore consapevolezza del fatto che l'interesse nazionale coincide con l'interesse europeo. Dobbiamo realizzare che l'Europa deve avere la priorità», ha affermato Potocnik. «È necessario comprendere che unendo le forze e agendo come "Stati Uniti della ricerca" diventeremo tutti più ricchi. «La ragione è semplice: le nostre economie e le nostre società sono così strettamente interconnesse che il guadagno per uno di noi rappresenta spesso un guadagno per tutti», ha aggiunto. Pubblicato il 4 aprile, il Libro verde, dal titolo «The European Research Area: New Perspectives» (Lo Spazio europeo della ricerca: nuove prospettive), illustra le misure necessarie a introdurre la «quinta libertà». La sua visione ruota intorno alla necessità di unire le forze, accrescendo la specializzazione e facendo emergere cluster di eccellenza globale: un risultato raggiungibile attraverso un processo di programmazione e di valutazione congiunte della ricerca. Tale processo dovrebbe inoltre essere associato a una fluida condivisione delle conoscenze e ad un'agevole mobilità dei ricercatori, i quali verrebbero attratti dagli istituti di ricerca che competono e cooperano a livello europeo e che hanno accesso a infrastrutture di ricerca di rilevanza mondiale. «Questa sarebbe un'Europa della ricerca aperta al mondo e capace di assumere una guida responsabile nel settore scientifico», ha evidenziato il commissario. Potocnik ha affermato di essere desideroso di sapere se la visione illustrata nel Libro verde fosse condivisa dai ministri presenti alla riunione e se, anch'essi, ritenessero che un dibattito su questo tema nei loro rispettivi paesi fosse vantaggioso. «Non ribadirò mai abbastanza quanto il vostro ruolo attivo sia importante», ha dichiarato. «Ci troviamo a un punto decisivo del nostro percorso. È arrivata l'ora di prendere decisioni coraggiose e tali decisioni sono necessarie adesso. Purtroppo, non possiamo permetterci di perdere tempo», ha affermato il commissario. «Ciò che si semina oggi, restituisce frutti solo dopo molto tempo. Ma se oggi non si semina, non ci saranno frutti».

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