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Contenuto archiviato il 2023-03-23

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Migliorare la biodiversità collegando le zone protette

Collegare le zone protette aiuterà gli animali a migrare e contribuirà alla tutela della meravigliosa biodiversità dell'Europa, questo è quanto ha scoperto un progetto finanziato dall'UE.

Le zone protette hanno contribuito enormemente alla conservazione della biodiversità europea, occorrono però più collegamenti tra le diverse zone e una maggiore attenzione alle esigenze delle singole specie. Queste sono alcune delle scoperte principali del progetto SCALES ("Securing the Conservation of biodiversity across Administrative Levels and spatial, temporal, and Ecological Scales"), finanziato dall'UE, un importante studio quinquennale che ha valutato la gestione degli habitat naturali europei. Completato nell'estate del 2014, il progetto ha pubblicato una relazione finale e ha messo a disposizione uno strumento interattivo online per i responsabili delle politiche. Il progetto SCALES si è concentrato sulla rete europea per la protezione della natura, Natura 2000. Con oltre 26 000 aree terrestri e una copertura del 17,5 % dell'UE, Natura 2000 è attualmente la più grande rete di riserve naturali del mondo, alla quale mancano però collegamenti funzionanti tra le singole zone protette che permetterebbero alle specie rare di migrare tra di esse, assicurando una stabilità genetica a lungo termine per le popolazioni. In questo contesto, la relazione finale fornisce dettagli sulla necessità di entrare in azione per sostenere le specie che hanno più difficoltà a espandersi. Mentre gli uccelli in genere non hanno problemi a migrare tra le riserve naturali, le strade possono costituire ostacoli praticamente insormontabili per molti tipi di anfibi, come le rane. Il progetto SCALES(si apre in una nuova finestra) ha scoperto che una soluzione efficace a questo tipo di problemi consiste nel collegare le zone protette più piccole a quelle più grandi. Gli scienziati ritengono che ciò potrebbe giovare all'economia, oltre che alla salvaguardia della natura: le strutture naturali – come le siepi e i bordi dei campi – sono importanti per le specie vegetali e animali a rischio, perché permettono loro di migrare attraverso il paesaggio agricolo. Allo stesso tempo, queste strutture aiutano a contrastare l'erosione del terreno e a fornire habitat per gli insetti impollinatori, incrementando la produttività agricola di queste aree. Nel lungo termine – si legge la relazione del progetto – saranno particolarmente importanti i collegamenti che permettono alle specie di migrare per lunghe distanze, inseguendo le mutazioni degli habitat causate dai cambiamenti climatici. Inoltre, le specie che si muovono su grandi aree, come la cicogna bianca o il lupo, dovrebbero essere gestite in collaborazione con i paesi limitrofi. In definitiva, gli scienziati del progetto SCALES vorrebbero che si rispettassero gli standard minimi per la protezione della natura anche nelle zone tra le aree protette. Questi standard minimi – dicono – non avrebbero alcun impatto negativo sulla produzione agricoltura o sulla silvicoltura. I risultati del progetto sono stati presentati anche in uno strumento interattivo facile da usare, pensato appositamente per le esigenze dei responsabili delle politiche e delle decisioni. Lo strumento fornisce anche accesso a una serie di dati sulla biodiversità e mappe compilate o create nel corso del progetto. Questo strumento è il primo del suo genere e si spera possa produrre idee innovative su come affrontare le questioni complesse della salvaguardia dell'ambiente. Con un bilancio totale di quasi 10 milioni di euro, il progetto SCALES è uno dei più grandi progetti di ricerca sulla biodiversità svolti in Europa, con studi di casi regionali nel Regno Unito, in Finlandia, in Polonia, in Francia e in Grecia.

Paesi

Germania

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