European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Notizie
Contenuto archiviato il 2023-03-23

Article available in the following languages:

Tendenze scientifiche: Il pianeta più simile alla Terra potrebbe trovarsi al di fuori del nostro sistema solare

Martedì scorso un team di astronomi ha annunciato di aver probabilmente individuato al di fuori del sistema solare il pianeta più simile alla Terra mai scoperto.

I film futuristici del passato hanno dipinto il 2015 e oltre come l’epoca delle auto volanti, degli hovercraft e dell’incontro con gli alieni. Anche se ancora non sfrecciamo nelle autostrade del cielo, la scoperta della vita al di fuori della Terra potrebbe non essere molto lontana dalla nostra portata nei prossimi anni. Infatti, il 2015 era appena cominciato, quando gli scienziati del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics hanno annunciato di aver individuato, al di fuori del sistema solare, quello che credono sia il pianeta più simile alla Terra mai scoperto. Il Guardian riferisce che il pianeta, Kepler 438b, il quale orbita intorno a una lontana stella della costellazione della Lira, potrebbe essere leggermente più grande della Terra. Ruota intorno a una stella nana arancione che gli fornisce il 40 % di calore in più rispetto a quello che riceviamo noi dal nostro sole. Le piccole dimensioni di Kepler 438b fanno intuire che si tratti di un mondo roccioso, mentre la vicinanza alla sua stella lo collocano nella cosiddetta "Goldilocks" o zona abitabile, in cui la temperatura è quella giusta affinché l'acqua scorra in forma liquida, secondo il Guardian. Il mondo appena scoperto, che si trova a una distanza di 470 anni luce, completa un'orbita intorno alla sua stella ogni 35 giorni, in modo che un anno passi dieci volte più velocemente che sulla Terra. Kepler 438b non è solo. È uno di otto nuovi pianeti potenzialmente abitabili, alcuni dei quali sono vicini alla Terra per quanto riguarda dimensioni e situazione, i quali sono stati annunciati in occasione del recente incontro dell’American Astronomical Society. Parlando di questo annuncio, Douglas Caldwell del SETI Institute di Mountain View, in California, in un'intervista rilasciata alla rivista Science ha osservato: “Abbiamo accresciuto in modo significativo la lista di piccoli pianeti verificati nella zona abitabile”. Uno degli altri pianeti della nuova lista sembra promettente. Kepler 442b si trova nella stessa costellazione ed è lontano 1 100 anni luce. Il Guardian riferisce che è più grande della Terra di circa un terzo, riceve circa due terzi di luce stellare in più e ha il 60 % di probabilità di essere roccioso. Secondo Scientific American, sia Kepler 438b che Kepler 442b potrebbero essere più caldi dei due mondi rocciosi precedenti di Kepler, Kepler 186f e Kepler 62f, ognuno dei quali riceve una quantità significativamente minore di luce stellare - simile a quella ricevuta da Marte. Il team di ricerca ha usato una tecnica statistica conosciuta come Blender per confermare che fossero reali i pianeti originariamente scoperti dal telescopio spaziale “cacciatore di pianeti” Kepler della NASA. La rivista Science elabora il concetto: “[Blender] calcola che aspetto avrebbero vari oggetti falsi positivi e quindi li confronta con le curve di luminosità dei candidati di Kepler, incorporando anche qualsiasi dato successivo prodotto dalle osservazioni. Cominciando con i 12 candidati di Kepler ritenuti piccoli mondi rocciosi, l'analisi Blender ha ridotto la lista a otto nuovi esopianeti con un raggio al di sotto di 2,7 volte quello della Terra, tutti inclusi nella zona abitabile.” Benché i nuovi pianeti scoperti mostrino indicatori positivi di abitabilità, il co-autore dello studio David Kipping, astronomo del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha invitato alla cautela su Scientific American: “Non possiamo affermare con certezza che questi pianeti siano veramente abitabili, possiamo solo dire che sono candidati promettenti per quanto riguarda l'abitabilità”. Ha inoltre osservato parlando con il Guardian che Kepler 438b e 442b sono “tanto vicini agli analoghi della Terra quanto è possibile rilevare dai dati di Kepler”. Qual è allora la prossima mossa nella ricerca della vita al di là del nostro mondo? Secondo il Guardian, le speranze dei cacciatori di pianeti dipendono probabilmente dalla prossima generazione di telescopi, come per esempio quello che sostituirà Hubble, il telescopio spaziale James Webb e il telescopio E-ELT (European Extremely Large Telescope). Negli Stati Uniti, Scientific American attende il satellite TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA, che dovrebbe essere lanciato nel 2017. TESS svolgerà un indagine di tutto il cielo incentrato sulla ricerca di pianeti rocciosi in transito intorno a stelle vicine. Lo studio sarà pubblicato su The Astrophysical Journal.

Paesi

Stati Uniti

Articoli correlati