Skip to main content
Vai all'homepage della Commissione europea (si apre in una nuova finestra)
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Contenuto archiviato il 2022-12-02

Article available in the following languages:

La Commissione raccomanda misure per la gestione delle scorie radioattive

Nella quarta relazione sulla situazione delle scorie radioattive nei 15 paesi dell'Unione europea (UE) la Commissione afferma che i processi e le tecniche di gestione di tutte le categorie di scorie radioattive sono stati perfezionati al punto di poter essere applicati su scal...

Nella quarta relazione sulla situazione delle scorie radioattive nei 15 paesi dell'Unione europea (UE) la Commissione afferma che i processi e le tecniche di gestione di tutte le categorie di scorie radioattive sono stati perfezionati al punto di poter essere applicati su scala industriale. L'unico aspetto che deve ancora essere attuato consiste nell'evacuazione a grande profondità dei rifiuti termogeni ad alta attività che, in taluni Stati membri, ha subito ritardi a causa delle difficoltà di autorizzazione e di problemi di percezione a livello di pubblico. Secondo la relazione, è assolutamente possibile dismettere completamente gli impianti nucleari, come hanno dimostrato i progetti pilota di smantellamento su vasta scala. Nell'UE la produzione complessiva di scorie radioattive raggiunge circa i 50.000 m3 l'anno, volume sensibilmente ridotto se confrontato con le cifre riferite nella relazione precedente, che prevedeva per l'UE quantità di 80.000 m3 annui (senza considerare i rifiuti radioattivi di Austria, Finlandia e Svezia, che all'epoca non erano Stati membri). La diminuzione può essere attribuita a: - la costruzione di nuovi impianti è praticamente cessata (salvo che in Francia); - diversi impianti vecchi sono stati definitivamente chiusi; - gli operatori delle centrali nucleari hanno fatto grandi sforzi per ridurre la produzione di scorie alla fonte; - si stanno applicando tecniche progredite di riduzione del volume delle scorie. Tutti gli Stati membri dotati di un programma nucleare hanno praticato lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Alla fine del 1994, 1.640.000 m3 complessivi erano stati eliminati smaltendoli in mare (fino al 1982), in superficie o in prossimità della superficie, o in formazioni geologiche profonde. I rifiuti termogenici di lunga durata sono tuttavia immagazzinati in superficie nell'attesa che si rendano disponibili impianti di evacuazione in profondità. Diversi Stati membri sono impegnati in lavori preparatori in vista dello smaltimento di questo genere di scorie come l'attività di laboratori sotterranei, la ricerca di siti o la preparazione delle autorizzazioni. Le raccomandazioni principali sono: - gli Stati membri devono proseguire la loro attività di selezione dei siti, la costruzione, lo sfruttamento e la chiusure di depositi di rifiuti ad alto tenore radioattivo nelle formazioni argillose, granitiche o saline profonde. Uno dei grandi problemi è la resistenza della popolazione all'installazione di un sito specifico nelle immediate vicinanze. Un programma d'informazione pubblica migliore potrebbe permettere di superare quest'opposizione; - gli organismi di sicurezza degli Stati membri dovrebbero partecipare ai lavori di preparazione che precedono le domande di autorizzazione relative ai depositi geologici profondi e dovrebbe essere caldeggiata la cooperazione tra di essi; - gli Stati membri devono continuare a sforzarsi di diminuire il volume di scorie radioattive prodotte da tutte le applicazioni nucleari, grazie a misure di riduzione dei volumi alla fonte ed all'applicazione di tecniche progredite di riduzione del volume di rifiuti; - è importante che, a livello di Unione, sia elaborato un complesso di norme comuni in materia di liberazione di grandi quantità di scorie radioattive dichiarate che, in fin dei conti, presenteranno livelli di radioattività residui assai ridotti. L'attuale situazione, in cui alcuni paesi applicano delle soglie di liberazione ed altri no, con tutto ciò che implica per l'immissione nel mercato e la circolazione delle sostanze in questione, non è soddisfacente; - come nel caso della strategia applicabile ai rifiuti non radioattivi, l'Unione europea deve tendere all'autosufficienza per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, anche se la legislazione comunitaria non esclude i trasferimenti verso i paesi terzi. I paesi grandi produttori di scorie radioattive dovrebbero certamente essere in grado di eliminarli sul loro territorio. La possibilità di una cooperazione volontaria tra gli Stati membri deve tuttavia rimanere possibile laddove, ad esempio, un criterio regionale di smaltimento permetta di migliorare la sicurezza e di preservare l'ambiente; - la ricerca e lo sviluppo nel settore della gestione delle scorie radioattive deve continuare a migliorare i dati, modelli e concetti relativi alla sicurezza a lungo termine ed allo smaltimento dei rifiuti a vita lunga.

Il mio fascicolo 0 0