Tendenze scientifiche: Una nuova analisi delle ossa di dodo getta luce sulla vita di questo uccello estinto da secoli
I marinai olandesi segnalarono per la prima volta il dodo quando approdarono sul’isola di Mauritius nel 1598, descrivendolo come un grande uccello incapace di volare. L’incapacità di volare incrementò indubbiamente la vulnerabilità dell’animale, che i marinai cacciavano per la sua carne. Insieme all’introduzione di specie invasive, ciò portò all’estinzione dell’uccello nel 1693. Benché i resti (soprattutto le ossa) siano stati ampiamente studiati, definire l’ecologia del dodo – il suo rapporto con l’ambiente – non è stato semplice. Rimangono molti misteri. Le colombe e i piccioni sono i suoi parenti sopravvisuti più stretti, ma trovare somiglianze con un’uccello estinto che pesava circa 10 chili non è facile. Quindi, per la prima volta, i ricercatori hanno combinato l’analisi microscopica intensiva delle ossa dell’uccello con le descrizioni contemporanee redatte dai marinai. Delphine Angst, una ricercatrice postdottorato del Palaeobiology Research Group presso l’Università di Città del Capo, in Sudafrica, ha condotto lo studio pubblicato nella rivista Scientific Reports. Il suo team ha rivelato aspetti della vita del dodo: dalla deposizione delle uova, al rapido raggiungimento dell’età adulta e persino che ogni anno perdevano e cambiavano il piumaggio. “Prima del nostro studio, l’unica cosa che si sapeva sull’ecologia di questi uccelli era che si trattava di un grosso piccione [con una massa corporea] di circa 10 chili,” ha detto Delphine Angst. Angst e i suoi colleghi del Natural History Museum di Londra e Tring, descrivono come hanno esaminato sotto al microscopio sottili sezioni trasversali di 22 ossa della zampa e dell’ala, probabilmente appartenenti a 22 dodo diversi. I risultati, apparsi in un articolo del quotidiano The Guardian, nel Regno Unito, rivelano che il dodo adulto aveva tre strati di tessuto osseo, come la maggioranza degli uccelli che vediamo intorno a noi. Gli esemplari giovani ne avevano solo due, quindi “Per la prima volta possiamo affermare con certezza che i campioni appartengono a uccelli giovani, anche se sembrano quasi adulti in termini di dimensioni.” Sembra che questi uccelli crescessero molto rapidamente. Lo studio rivela anche che le femmine producevano un tipo di tessuto osseo durante l’ovulazione, che forniva un apporto di calcio per la produzione delle uova. In una citazione sul The Guardian, Angst spiega: “Nei nostri campioni abbiamo trovato varie tracce di questo particolare tipo di tessuto osseo, potendo quindi affermare con certezza che si tratta di un campione di femmina durante l’ovulazione, e questo è straordinario.” Ha aggiunto che per le altre ossa, prive del tessuto particolare, non era chiaro se appartenessero a uccelli maschi o femmine. Per molto tempo si è ritenuto che le differenze nelle descrizioni contemporanee fossero dovute all’inaccuratezza delle osservazioni, ma la nuova analisi getta luce sulle discrepanze. Sembra che i marinai abbiano descritto gli uccelli in fasi diverse della muta. Gli autori suggeriscono che i marinai che hanno descritto il piumaggio lanuginoso degli uccelli, probabilmente li avevano osservati all’inizio della muta, mentre quelli che hanno descritto i dodo con lucide piume grigie o nere li avevano visti in periodi lontani dalla muta. Le ossa hanno rivelato anche altri segreti, permettendo al team di identificare approssimativamente il periodo di muta. Quando diminuiscono le risorse, lo strato esterno dell’osso smette di crescere, lasciando una linea. I ricercatori hanno notato che le linee appaiono regolarmente, suggerendo che l’interruzione della crescita fosse probabilemente stagionale. I relatori dell’articolo indicano che ciò potrebbe coincidere con i mesi estivi, da novembre a marzo, quando a Mauritius sono frequenti i cicloni e altri fenomeni meteorologici sfavorevoli. In una citazione della BBC, Angst spiega che “È difficile capire quale sia stato il reale impatto dell’uomo, se non conosciamo l’ecologia di questo uccello e l’ecologia dell’isola di Mauritius allo stesso tempo”. “Si tratta quindi di un passo importante per capire l’ecologia di questi uccelli e dell’ecosistema generale di Mauritius, nonché di dire, ‘Okay, quando è arrivato l’uomo, cosa esattamente ha fatto di male e perché questi uccelli si sono estinti così rapidamente?’.”
Paesi
Regno Unito, Sud Africa