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Contenuto archiviato il 2022-12-02

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I risultati della ricerca sulla bioincrostazione aiuteranno gli scienziati a vedere più chiaramente

Gli scienziati che lavorano sott'acqua potrebbero essere in grado di vedere più chiaramente in un prossimo futuro, è quanto si evince da una relazione che presenta una panoramica di alcuni dei risultati più significativi derivanti dal progetto MAST 3 "riduzione della bioincros...

Gli scienziati che lavorano sott'acqua potrebbero essere in grado di vedere più chiaramente in un prossimo futuro, è quanto si evince da una relazione che presenta una panoramica di alcuni dei risultati più significativi derivanti dal progetto MAST 3 "riduzione della bioincrostazione sui sistemi ottici", nell'ambito del quarto programma quadro della Commissione europea. La relazione riporta nel dettaglio i risultati di uno studio ampio sulla formazione di biopellicola (quando gli organismi marini si attaccano a substrati solidi) sul vetro, in tre località europee, durante un'intera stagione. Se è vero che i risultati variano, in linea generale le tendenze sono simili. I dispositivi ottici subacquei sono stati colpiti dalla formazione di biopellicole, in particolare quelli aventi il compito di misurare il flusso. Anche le macchine da ripresa subacquee sono state colpite, subendo la perdita di contrasto. Un ulteriore studio dettagliato nella relazione, ha osservato molti tipi diversi di rivestimenti, utilizzati per detergere organismi incrostanti. E' stato così dimostrato che alcuni sistemi ibridi organico/inorganico effettivamente riducono la formazione di biopellicole. Anche i sistemi con rivestimento idrogel hanno dato prova della propria capacità di ritardare la colonizzazione da parte di organismi bioincrostanti, per diversi mesi. Un ulteriore studio, sugli effetti della chimica del vetro, ha palesato che per missioni di breve durata, si traggono alcuni vantaggi dalla selezione accurata del tipo di vetro. Uno studio approfondito dei metodi elettrici ha portato allo sviluppo di due tecniche (produzione di ipoclorito e utilizzo di luce ultravioletta) particolarmente efficaci nel pervenire la formazione di biopellicole. Sono altresì contenute le descrizioni di altre tecniche che hanno aiutato a limitare la produzione di bioincrostazione. Inoltre, la relazione comprende una guida per scegliere i metodi appropriati per prevenire la bioincrostazione a seconda dello strumento ottico, e riassume l'efficacia e le limitazioni relative delle diverse tecnologie attualmente disponibili.