Il Parlamento esige una riduzione dell'inquinamento causato dalle centrali elettriche
Al termine di un dibattito svoltosi al Parlamento europeo il 13 aprile 1999, il commissario incaricato, Ritt Bjerreaard, ha accettato che fossero apportati alcuni emendamenti alle proposte della Commissione europea di ridurre i livelli d'inquinamento generati dalle grandi centrali a combustione (GCC) All'apertura del dibattito per conto del Comitato per l'energia, il membro del Parlamento europeo, on. María Estevan Bolea, ha riconosciuto che le basse emissioni ed una migliore qualità dell'aria sono molto importanti, ma che si devono tenere in considerazione anche la proporzionalità, la migliore tecnologia disponibile ed il costo. Il Comitato per l'ambiente aveva proposto dei limiti molto rigidi. Il membro del Parlamento ha affermato che, tuttavia, se questi fossero troppo severi, nessuno li rispetterebbe. L'on. Ria Oomen-Ruijten ha affermato che la questione faceva parte della strategia europea contro l'acidificazione e che era necessario confrontare i relativi sviluppi in Giappone e in America. Alcune centrali più vecchie potrebbero rimanere in funzione fino al 2040; per questo motivo, il Comitato per l'ambiente ha proposto dei limiti più rigidi di quelli indicati nella proposta della Commissione. L'on. Ria Oomen-Ruijten ha invitato il Regno Unito, in particolare, ad uscire dall'età della pietra e a modernizzare le proprie centrali energetiche, in modo da migliorare la salute pubblica. Ha affermato che avrebbero potuto proporre regolamenti ancora più severi: in Austria e in Olanda sono in vigore norme più rigide. La deputata si è dichiarata pienamente favorevole alla liberalizzazione dell'elettricità, benché si debbano valutare le differenze nel rispetto per l'ambiente in termini di costi. L'on. David Bowe (Cleveland e Richmond, PSE) ha affermato che questa proposta doveva essere presentata unitamente ad altre misure, come la prevenzione ed il controllo integrato dell'inquinamento e i tetti delle emissioni stabiliti per ogni nazione. Secondo l'on. Bowe, la proposta non rappresenta alcun problema per le nuove centrali, ma quelle più vecchie hanno bisogno di più tempo per fare gli investimenti necessari. Se i limiti fossero troppo severi, gli Stati membri riterrebbero che la politica energetica sarebbe per loro un'imposizione. Tuttavia, ad una attenta rilettura del rapporto, ciò porterebbe a dei miglioramenti consistenti nell'aria che circonda queste centrali. Bowe ha reiterato che le grandi centrali a combustione della Gran Bretagna non hanno nulla a che vedere con l'età della pietra ed ha invitato la sig.ra Oomne-Ruijten a visitare, ad esempio, la centrale di Drax.