Oggi la società dell'informazione è un'opportunità, non una minaccia
Difficile da credersi, oggi che il desiderio di imprese ".com" sembra quasi insaziabile, ma all'inizio degli anni '90, quando il tasso di disoccupazione in Europa aveva raggiunto cifre preoccupanti, la società dell'informazione veniva percepita come una minaccia per l'occupazione. Gran parte dell'Europa sta attualmente godendo di un periodo di sostenuta crescita economica e la nuova economia in rete viene ora considerata un'importante fonte di opportunità occupazionali. Ciononostante, mentre l'Europa cerca di approfittare di questa situazione, emergono nuovi dilemmi, tra cui una crescente penuria di competenze per i posti di lavoro che registrano la migliore crescita economica, una mancanza di investimenti nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), nonché problemi relativi all'esclusione sociale. Se si vuole che l'Europa possa competere con gli Stati Uniti e perfino con i paesi asiatici emergenti, tali tematiche devono essere affrontate congiuntamente dal settore pubblico e da quello privato, hanno concluso i delegati partecipanti ad una recente conferenza dal titolo "Nuovi posti di lavoro e società dell'informazione", organizzata da ALTA, Association luxembourgeoise des téléactivités (Associazione lussemburghese per le teleattività). Il messaggio dei delegati è stato affidato a François Biltgen, ministro lussemburghese del Lavoro e della Comunicazione, che ne sarà latore all'incontro straordinario del Consiglio europeo sull'occupazione, la riforma economica e la coesione sociale, che si terrà a Lisbona il 23 e 24 marzo 2000. "Dobbiamo sapere come trarre vantaggio dall'attuale congiuntura economica per adattarci alla nuova realtà", ha affermato il ministro lussemburghese. "Esaminare il legame esistente tra i posti di lavoro e la società dell'informazione, nonché i problemi che potrebbero sorgere circa la possibile esclusione sociale e il gap di competenze di cui tanto si parla, costituisce un'importante priorità." "Oggi sappiamo di dover continuare ad andare al di fuori dell'Europa per attingere personale dalle riserve di talenti dell'Asia, al fine di coprire posti vacanti altamente qualificati, ma è importante cominciare a lanciare programmi di formazione per poter colmare il gap di competenze." Biltgen ha inoltre messo in guardia circa la necessità di garantire una corretta gestione del rapido sviluppo della società dell'informazione. "Dobbiamo incoraggiare la creazione di nuovi posti di lavoro, garantendo però allo stesso tempo l'esistenza, a livello europeo, della necessaria base giuridica. Per esempio il telelavoro [il lavoro svolto a distanza attraverso l'uso delle TIC] non deve rendere più precaria l'occupazione e i posti di lavoro devono essere di alta qualità." Il segretario generale dell'ALTA Norbert Rischette ha detto di sperare che la risoluzione della conferenza serva ad innescare un'azione politica a Lisbona, come accadde, afferma, quattro anni fa in occasione della precedente conferenza dell'ALTA sul telelavoro. "Quattro anni fa non si aveva fiducia nel telelavoro, mentre ora esso costituisce una delle priorità politiche. Noi auspichiamo che questa conferenza possa alimentare tale slancio", ha affermato il segretario generale. "Al fine di garantire la creazione di posti di lavoro nella società dell'informazione, sono necessarie determinate infrastrutture e la creazione di tali servizi richiederà finanziamenti da parte sia del settore pubblico, sia di quello privato." "L'azione politica a livello europeo è incoraggiante, grazie alla recente strategia per l'occupazione nella società dell'informazione, all'iniziativa "eEurope" e così via. Ora è necessario un intervento politico a livello degli Stati membri." Rischette ha detto di sperare che, riunendo alla conferenza società competitive come Nokia, IBM-Lotus e Siemens, anche il settore privato avanzerà nella giusta direzione. "L'industria deve adottare una prospettiva di lungo periodo", ha dichiarato Rischette. "Tale settore sa già come tagliare posti di lavoro, noi vogliamo mostrare come crearli." Veli-Pekka Niitamo, direttore delle Risorse globali alla Nokia, ha affermato che la penuria di competenze è il fronte più impegnativo sul quale l'Europa deve misurarsi. Egli ha aggiunto che Nokia deve importare manodopera dall'India e dalla Cina per colmare il gap di competenze e che è stata dissuasa dall'investire in paesi come l'Italia, dove esistono limitazioni per quanto concerne l'assunzione di cittadini extracomunitari. Niitamo ha affermato che Nokia ha investito in programmi di formazione e in progetti per l'adeguamento delle competenze ai posti di lavoro. Tuttavia è stato incalzato da Peter Johnston della Direzione generale della Società dell'informazione della Commissione europea, il quale ha replicato che grandi società come Nokia potrebbero fare di più per formare loro stessi il proprio personale, invece di affidarsi al settore pubblico. Gavin Lennox, direttore del settore e-business di IBM-Lotus, ha affermato che la sua società ricerca la capacità di adattarsi velocemente a situazioni mutevoli, piuttosto che un pacchetto preconfezionato di competenze, le quali, ha aggiunto, diventano presto obsolete. "Viviamo in un mondo in cui la tecnologia si sviluppa ad un ritmo più veloce rispetto alla capacità delle persone di adattarvisi. Cerchiamo soggetti che siano in grado di affrontare grandi quantità di conoscenze, di gestirle e di mantenere il ritmo." Si sono discussi anche gli aspetti sociali della società dell'informazione e in particolare la necessità di garantire che coloro che sono ai margini della società non vengano esclusi. Horace Mitchell, direttore di European Telework Online, che ha assunto il ruolo di moderatore della sessione inaugurale, ha affermato che è opportuno che la società dell'informazione sia allettante per i giovani, i quali sarebbero così ispirati a sviluppare le necessarie competenze, a condizione che vengano messi in atto gli opportuni meccanismi di sostegno. "Internet esercita un richiamo sui giovani e potrebbe diventare ciò che la musica od il pugilato sono stati nel passato, ovvero un modo per sottrarre le persone alla povertà. Ai giovani deve essere consentito l'accesso a queste nuove tecnologie e deve essere data loro l'opportunità di sviluppare le giuste competenze. Anche i governi e l'industria possono fare molto perché la società dell'informazione risulti appetibile ai giovani." Mitchell ha evidenziato che ogni posto di lavoro vacante nel settore delle TI rappresenta un vincolo per la crescita e che la capacità di coprire tali posizioni vacanti diminuisce con l'ampliarsi del gap di competenze. "Dobbiamo fare in modo di non rimanere indietro e di sfruttare le opportunità, cosa che implica investimenti per lo sviluppo dell'istruzione, della formazione e delle TIC", ha affermato Mitchell. La spesa pro capite per le TIC negli Stati Uniti è pari al doppio di quella europea e questo divario è destinato ad aumentare, poiché sarà sempre più difficile trovare le competenze necessarie per valorizzare l'e-business e le altre tecnologie. Peter Johnston, capo dell'unità "Nuovi metodi di lavoro" della DG Società dell'informazione, che ha presieduto la sessione conclusiva, ha affermato che è interessante osservare come, dall'ultima conferenza dell'ALTA di quattro anni fa intitolata "Telelavoro: minaccia o opportunità per l'Europa", il timore che caratterizzava il dibattito iniziale abbia lasciato il posto all'ottimismo. "Ormai non si tratta più di studiare come sia possibile mantenere questi posti di lavoro e proteggere la vecchia industria. Ora si tratta di creare nuovi posti di lavoro per l'Europa", ha affermato Peter Johnston.
Paesi
Lussemburgo