Risposta del pubblico allo spazio europeo della ricerca
La Direzione generale per la Ricerca ha di recente pubblicato la seconda serie di contributi al dibattito avviato dalla Commissione sull'esigenza di uno spazio comune europeo di ricerca (European Research Area - ERA) e tali contributi rivelano un alto livello di sostegno dell'opinione pubblica al progetto. A gennaio, in una comunicazione intitolata "Verso uno spazio europeo della ricerca", il commissario per la Ricerca Philippe Busquin aveva delineato un programma volto alla valorizzazione del potenziale scientifico e tecnologico degli Stati membri mediante una maggiore collaborazione. Nel varare l'iniziativa, il commissario aveva dichiarato: "Lo spazio europeo della ricerca non nascerà da una sola decisione; sarà piuttosto il risultato di un processo cui tutti i protagonisti interessati dovranno contribuire". Le istituzioni dell'UE, nonché i rappresentanti e le organizzazioni dei settori dell'industria e della ricerca sono stati dunque invitati a comunicare le proprie opinioni sulle migliori modalità di attuazione di una politica europea di R&S di successo ed a condividere le proprie esperienze e preoccupazioni. La prima serie di contributi al dibattito è stata pubblicata a marzo. Busquin si è impegnato ad analizzare le osservazioni ricevute, al fine di formulare ulteriori idee per l'ERA. Nel commentare la risposta, Busquin ha affermato di essere soddisfatto del livello apparentemente elevato di sostegno nei confronti dell'idea generale di uno spazio comune per la ricerca europea. Egli ha dichiarato: "Apprezzo profondamente i contributi ricevuti, che sono stati tutti attentamente studiati. Essi mostrano che con lo spazio europeo della ricerca abbiamo suscitato un dibattito su questioni di reale interesse e che, inoltre, il pubblico si è dimostrato desideroso di attingere alla propria esperienza pratica al fine di formulare suggerimenti concreti su ciò che potrebbe essere realizzato. È proprio questo lo scopo del dibattito". Tra le questioni sollevate figurava il livello della spesa pubblica di R&S, che in Europa è di gran lunga inferiore a quello degli USA. Si è discusso inoltre della necessità di incoraggiare la mobilità dei ricercatori, nonché dei vantaggi della realizzazione di un sistema comune di riferimento scientifico e tecnico e dei benefici dello sviluppo di rapporti più stretti tra le organizzazioni scientifiche e tecnologiche in Europa. Secondo alcuni autori dei contributi, dovrebbe essere sostenuta anche l'iniziativa privata, promuovendo l'innovazione, aumentando la disponibilità di capitale di rischio e sviluppando strumenti a tutela della proprietà intellettuale.