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Cell fusion as regenerative tool for stroke treatment

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Le cellule staminali aiutano nel recupero post-ictus

L'ictus ischemico cerebrale è la seconda più frequente causa di morte in tutto il mondo. La trasfusione di cellule staminali da midollo osseo (BMSC) dopo l'ictus potrebbe aiutare nel recupero della funzione cerebrale.

Studi recenti in modelli animali di ictus hanno dimostrato un effetto importante sul recupero cerebrale con l'introduzione di BMSC. Il possibile meccanismo di recupero è la fusione delle BMSC con le cellule nell'area danneggiata del cervello. Ma il potenziale rigenerativo della procedura è limitato dalla bassa frequenza degli eventi di fusione, specialmente nel cervello. Il progetto STROKECELLFUSION ("Cell fusion as regenerative tool for stroke treatment"), finanziato dall'UE, mirava a identificare i fattori che aumenteranno gli eventi di fusione cellulare per un'efficace terapia cellulare nei disturbi neurologici. I ricercatori si sono concentrati sull'identificazione di nuovi fattori fusogenici e sullo sviluppo di un sistema di nanovettori per il loro rilascio controllato e sostenuto. Come sistema di distribuzione non tossico sono state selezionate nanoparticelle di acido polilattico (PLA NP). Studi delle PLA NP con marcature fluorescenti hanno rivelato una distribuzione uniforme nel corpo. Il fattore di differenziazione cellulare interleuchina-4 (IL-4) è stato identificato e selezionato come presunto agente per incoraggiare la fusione, utilizzando un sistema di rilevamento della fusione cellulare di BMSC e cellule neurali in vitro. La stimolazione della fusione da parte di IL-4 è stata osservata in vivo in topi trapiantati con BMSC. Condizioni patologiche come l'ictus potrebbero potenziare l'effetto fusogenico di IL-4 a causa del particolare ambiente cellulare nell'area danneggiata. STROKECELLFUSION ha sviluppato un nuovo sistema di distribuzione per sostenere il trapianto di BMSC. Questo sistema può essere applicato ad altre condizioni neurodegenerative caratterizzate dal danneggiamento della barriera ematoencefalica e che richiedono farmaci con profilo farmacocinetico controllato.

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