Una relazione indipendente riaccende i vecchi timori sull'ESB
Uno studio condotto da scienziati indipendenti sul rischio di diffusione dell'ESB (encefalopatia spongiforme bovina) e presentato alla Commissione europea è giunto alla conclusione che sussiste la probabilità di contagio nei paesi ufficialmente "immuni da ESB", quali la Germania, la Spagna e l'Italia. Lo studio sostiene altresì che "non si può escludere l'infezione" in altri sei paesi dell'UE e neppure in paesi al di fuori dell'Unione, quali il Canada, gli USA e l'Australia. La relazione, risultato del lavoro di due anni, ha considerato fattori quali le condizioni del commercio dei bovini, la diffusione di farine di carne e di ossa dal Regno Unito ed i controlli sulle importazioni. La relazione ha esaminato le modalità di un possibile monitoraggio della diffusione della malattia tra i bovini e conclude che finora è stato attuato solo un monitoraggio passivo, che però è ritenuto insufficiente. Per monitoraggio passivo si intende la sola segnalazione dei bovini malati da parte di allevatori ed altri operatori del settore. La relazione ne desume che in tale modo verrebbe rilevato solo un terzo dei casi e pertanto sostiene il monitoraggio "attivo". Tutti gli Stati membri dell'Unione europea saranno obbligati ad attuare un monitoraggio "attivo" a partire dal 2001, ma tale obbligo non sussiste per i paesi non appartenenti all'UE. Infine la relazione ha sottolineato come, nonostante il divieto imposto nel 1994 dalla Commissione europea all'utilizzo di parti di bovini nell'alimentazione dei bovini medesimi, tali misure potrebbero essere state insufficienti nell'impedire la contaminazione dei mangimifici dovuta alla circolazione dei resti di bovini. Ha inoltre affermato che un'insufficiente cottura a pressione del mangime aumenterebbe il rischio di diffusione dell'ESB.