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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Multimodal plasticity in the human brain following hand amputation: Bridging the gap between neuronal reorganization and rehabilitation

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La plasticità cerebrale negli amputati

Per gli scienziati è stato un interessante enigma comprendere cosa accade nelle cellule cerebrali degli amputati. Un progetto finanziato dall'UE ha indagato su vari aspetti della plasticità del cervello nelle persone che hanno una sola mano.

La plasticità cerebrale è la capacità delle cellule cerebrali di adattarsi a nuove situazione, se deprivate dei rispettivi stimoli consueti. Il progetto PLASTICITYINAMPUTEES ha studiato la plasticità riguardo due maggiori fattori per la riorganizzazione del funzionamento del cervello: la deprivazione sensoriale e il comportamento motorio adattativo. Nel primo studio, i ricercatori hanno osservato il rapporto tra la plasticità cerebrale e il dolore fantasma, vale a dire sensazioni di disagio dove un tempo si trovava l'arto. I ricercatori hanno scoperto che gli amputati che soffrono maggiormente di dolore fantasma mostrano una struttura e un'attività del cervello più normale nell'area della mano mancante. Inoltre, la risposta del cervello ai movimenti della mano fantasma era indistinguibile da quella osservata in persone con arti intatti. La funzione cerebrale non è però normale. La comunicazione tra la mano e altre aree del cervello responsabili dell'interazione con l'ambiente esterno appare perturbata. Il secondo studio ha osservato come gli amputati si erano adattati alla rispettiva disabilità. I ricercatori hanno scoperto che le persone nate senza una mano (congenitamente deprivati) tendevano a utilizzare il loro moncherino in misura maggiore rispetto a coloro che hanno perso la mano in un secondo momento della loro vita (deprivazione acquisita). Queste strategie si riflettono nel cervello, dimostrando una plasticità adattativa condizionata dal modo con cui vengono utilizzati gli arti. Il terzo studio si è incentrato sul modo con cui la riorganizzazione cerebrale locale incide sull'intero cervello. Questo lavoro ha dimostrato che l'area interessata dall'amputazione si disaccoppiava dalla sua rete di origine (quella responsabile per il movimento) e diveniva parte della rete responsabile dell'elaborazione delle sensazioni interne. I ricercatori hanno ipotizzato in questo cambiamento la possibile causa del dolore fantasma. Attingendo a tali conoscenze, gli scienziati hanno utilizzato stimolazioni cerebrali non invasive e una terapia comportamentale per trattare il dolore fantasma. Sono riusciti ad aiutare un gruppo di 12 amputati. Questo progetto è solo un esempio di come tale lavoro può essere utile agli amputati. Come dimostra questa ricerca, il cervello adulto è più flessibile di quanto si pensasse in precedenza. In base a tali conclusioni, è possibile formulare di conseguenza nuovi programmi di riabilitazione.

Parole chiave

Cervello, amputato, plasticità, dolore fantasma, deprivazione sensoriale, comportamento adattativo

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