L'obiezione di coscienza nell'assistenza sanitaria
L'aumento dell'obiezione di coscienza è considerato uno degli elementi che hanno contribuito a ridurre il numero delle strutture sanitarie europee che praticano l'aborto. La possibilità che l'obiezione di coscienza stia influendo anche su altre forme di servizi connessi all'aborto non è però ancora chiara. Ad oggi, gli studi approfonditi sulle prassi e sulle prospettive dei ginecologi a questo proposito sono stati piuttosto limitati. Alcuni, ad esempio, sono stati condotti nel Regno Unito, mentre in Italia non se ne conta nemmeno uno. Il progetto CONOB, finanziato dall'UE, ha cercato di colmare questo vuoto, studiando le esperienze e gli atteggiamenti di ostetrici-ginecologici, specializzandi e studenti di medicina nei confronti dell'obiezione di coscienza in entrambi questi paesi. I ricercatori hanno analizzato con attenzione l'opinione dei professionisti e degli studenti del mondo medico sull'obiezione di coscienza e le conseguenze di questo fenomeno sulla formazione e la facilitazione dell'aborto nei vari ambienti clinici e nelle diverse aree geografiche. Il team CONOB, inoltre, ha studiato l'influenza dell'obiezione di coscienza in base alle situazioni e alle convinzioni culturali e religiose, anche alla luce del dibattito politico, scientifico e religioso sulla salute e sui diritti in materia riproduttiva. I risultati sono un contributo importante alla riflessione scientifica europea su questo argomento, fornendo nel complesso nuovi dati in termini antropologici, di sanità pubblica e di politica, altamente pertinenti e immediatamente applicabili.
Parole chiave
Obiezione di coscienza, assistenza sanitaria, aborto, servizi di salute pubblica, ginecologo, ostetrico, studenti di medicina, dibattito religioso