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Conducting organic materials for tissue engineering and drug delivery

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Scaffold biodegradabili per i tessuti

L'ingegnerizzazione dei tessuti si trova di fronte alla necessità di una maggiore funzionalità, che consenta di ampliare l'elenco dei tessuti coltivati in laboratorio utilizzabili per i trapianti. Uno studio europeo ha creato nuovi materiali a supporto della rigenerazione del tessuto neuronale.

Il settore dell'ingegnerizzazione dei tessuti ha il compito di costruire scaffold (strutture) tridimensionali per ripristinare la morfologia, la struttura e la funzione dei tessuti. La varietà di materiali utilizzati a questo scopo è in fase di espansione. Occorre creare ambienti biomimetici in cui le cellule possano crescere all'interno del tessuto da sostituire. Gli scienziati impegnati nel progetto COMET ("Conducting organic materials for tissue engineering and drug delivery"), finanziato dall'UE, hanno cercato di sviluppare nuovi materiali per scaffold conduttivi e biodegradabili, da utilizzare nelle applicazioni di ingegnerizzazione dei tessuti. Tali materiali avrebbero anche la capacità di somministrare in modo controllato i farmaci o i fattori di crescita. I ricercatori hanno sviluppato metodologie per combinare nanoparticelle con polimeri biodegradabili. Dopo la produzione e la caratterizzazione chimica dei materiali, hanno proceduto oltre, testandone le caratteristiche biologiche e le proprietà in relazione alla somministrazione di farmaci. In tale fase, hanno effettuato una serie di analisi per determinare la tossicità dei materiali e la loro capacità di adesione e proliferazione cellulare. Il team COMET era interessato in particolare all'applicazione di tali matrici polimeriche alla somministrazione di neurotrasmettitori e alla promozione della rigenerazione di nervi attraverso l'elettrostimolazione. Un tale risultato potrebbe dimostrarsi terapeuticamente utile nei casi di lesioni ai nervi e alla colonna vertebrale, oltre che per le malattie neurodegenerative. Lo stesso principio potrebbe essere sfruttato anche per l'ingegnerizzazione di impianti retinici in pazienti che soffrono di degenerazione retinica, nella sostituzione dei fotorecettori malati con cellule sane. Si prevede che, grazie alle collaborazioni in corso tra gli scienziati COMET e altri gruppi, i nuovi materiali possono essere trasferiti alla fase di test clinico.

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