I finlandesi indicano nella cooperazione la chiave potenziale per la riuscita del SER
In occasione di una recente riunione paneuropea di discussione dello Spazio europeo della ricerca (SER) e delle politiche nazionali di ricerca, la cooperazione è emersa come l'elemento principale alla base del successo della ricerca e sviluppo. Il 5 dicembre, durante una manifestazione organizzata da Tekes (l'agenzia nazionale finlandese per la tecnologia) e dall'Accademia della Finlandia, i rappresentanti di diverse agenzie nazionali di finanziamento della ricerca e sviluppo (R&S) hanno discusso del successo della R&S nel contesto delle proposte riguardanti i programmi quadro della Commissione europea e lo Spazio europeo della ricerca. I rappresentanti finlandesi, il cui paese rivendica alcune tra le statistiche più sorprendenti in Europa nel campo della ricerca, hanno evidenziato il ruolo fondamentale che la cooperazione ha svolto nel successo della Finlandia. Alla manifestazione hanno partecipato sia il presidente dell'Accademia della Finlandia Reijo Vihko, sia il dott. Veli-Pekka Saarnivaara, direttore generale di Tekes. La ricerca finlandese si basa su una struttura equilibrata di finanziamenti e collegamenti in rete, ha affermato il dott. Saarnivaara. Nel paese esiste una stretta collaborazione tra le università e le imprese, tra le grandi aziende e le PMI, così come nel contesto regionale, nazionale e internazionale. Tale elevato livello di cooperazione fa della Finlandia un modello per il SER, ha dichiarato un funzionario della commissione europea presente alla manifestazione. La Commissione ha definito l'avvio di programmi nazionali e l'incremento della cooperazione fattori vitali per la creazione del SER. Secondo i commenti ufficiali della Finlandia in merito alla comunicazione della Commissione europea sul SER, espressi dal comitato finlandese per gli affari comunitari in materia di RST, tale comunicazione "rappresenta un'importante e gradita apertura per una duplice ragione: in primo luogo, perché considera il ruolo e i compiti dell'attività di ricerca dell'UE come parte dello Spazio europeo della ricerca e, in secondo luogo, perché funge da base di discussione degli obiettivi e dei principi del sesto programma quadro di RST". Al termine della manifestazione è stato previsto un incontro tra il dott. Saarnivaara, il professor Vihko e il commissario per la Ricerca Philippe Busquin, allo scopo di discutere delle prospettive della Finlandia per quanto riguarda il SER. Il dott. Saarnivaara ha dichiarato al Notiziario CORDIS che l'iniziativa dello Spazio europeo della ricerca "contiene tante buone idee" delle quali tuttavia è piuttosto difficile coglierne il significato in questa fase. Egli ha aggiunto che il SER deve basarsi su una chiara strategia, precisi obiettivi, impegno e pazienza, altrimenti vi è il rischio che "le idee prendano la direzione sbagliata". Secondo Saarnivaara la maggior parte degli Stati membri è attualmente desiderosa di avviare i propri programmi. Intervistato dal Notiziario CORDIS su ciò che la Commissione potrebbe fare per stimolare tale processo, egli ha suggerito che "l'UE dovrebbe considerare l'idea di sviluppare incentivi alla cooperazione". Pur condividendo l'utilizzo da parte della Commissione del proprio potere di influenza, Saarnivaara ha sottolineato che essa non dovrebbe cercare di coordinare i programmi nazionali: "Alcuni paesi vogliono mantenere una forte indipendenza e ciò non dovrebbe costituire un problema per la Commissione". Opinione, questa, condivisa da Martin Grabert, direttore dell'agenzia tedesca di finanziamento KoWi, secondo il quale è giunto il momento che la Commissione assuma un atteggiamento proattivo e che promuova una cooperazione in tutta l'Europa, senza tuttavia imporre le proprie regole. Ciononostante i rappresentati della Commissione europea hanno negato che essa abbia mai esercitato ingerenza, evidenziando come i capi di Stato e di governo, riuniti al vertice di Lisbona lo scorso giugno, si siano espressi a favore di un maggior coinvolgimento della Commissione, nel tentativo di migliorare il coordinamento della ricerca europea. Inoltre essi hanno colto l'occasione per sottolineare che, nonostante la Commissione abbia la facoltà di avviare i programmi nazionali di ricerca, spetta agli Stati membri adottare le misure necessarie. I rappresentanti della Commissione hanno altresì respinto un'osservazione di Grabert secondo cui l'attuale concentrazione sul SER rischia di marginalizzare il programma quadro e hanno insistito sul fatto che quest'ultimo è stato utilizzato come strumento nella creazione dello Spazio europeo della ricerca. Sebbene favorevole all'idea del SER, Cees Vis, direttore esecutivo di NEST (agenzia olandese di finanziamento della R&S), nutre ancora dei dubbi sull'attuabilità del progetto. "Non esiste un'Europa federale e tutti vogliono sopperire a questa lacuna con la creazione di uno Spazio europeo della ricerca", ha dichiarato Vis. I governi utilizzano i programmi quadro della Commissione per aumentare la competitività nazionale, mentre l'intenzione di potenziare la ricerca europea resta una "buona idea, che non è stata ancora realizzata", ha aggiunto Vis. Malgrado ciò, egli ha riconosciuto che esiste una convergenza naturale tra le tematiche nazionali di ricerca. In rappresentanza dei paesi associati, il capo dell'ufficio dell'Associazione slovena per le imprese e la ricerca Boris Cizelj ha affermato che "partecipare al programma quadro rappresenta una grande opportunità" e che la Slovenia è "molto soddisfatta dei progressi compiuti fino ad oggi". Cizelj ha sottolineato che, a suo avviso, i finanziamenti costituiscono un fattore chiave nella creazione di un ambiente favorevole allo svolgimento della ricerca; ciononostante, in sintonia con la totalità dei partecipanti ha ammesso che, da solo, il denaro non farà avanzare la ricerca europea e che l'imperativo principale è di migliorare la cooperazione.