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Interaction of Cooper Pairs and Massless Dirac Fermions in Suspended Superconductor-Graphene Devices

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Il punto di incontro tra superconduttori e grafene

Gli scienziati hanno sviluppato un potente spettrometro e dimostrato le sue capacità, attraverso l’analisi della fisica di singole quasiparticelle nei superconduttori. La loro tecnica risulta l’ideale per rilevare eccitazioni elementari nei sistemi mesoscopici, come il grafene.

La fisica mesoscopica offre l’opportunità di studiare la meccanica quantistica in un ambiente controllato. Sulla scala atomica, i sistemi non sono facilmente progettabili, mentre i sistemi mesoscopici, come i dispositivi di grafene, i magneti monomolecolari, i punti quantici di nanofili o nanotubi in carbonio e gli anelli deboli superconduttori, sono fabbricabili in modo da avere stati quantici prestabiliti in caso di raffreddamento fino a temperature negative. Il progetto DIRACOOPER (“Interaction of Cooper pairs and massless Dirac fermions in suspended superconductor-graphene devices”), finanziato dall’UE, intende studiare gli stati quantici che si formano sulla giunzione grafene-superconduttore. Durante il progetto, il team ha sviluppato una potente tecnica spettroscopica che sfrutta la superconduttività. Nonostante una serie di energie di transizione rilevanti nei sistemi mesoscopici, lo sperimentatore spesso è limitato ad analizzarli a frequenze minori di 20 GHz. A frequenze maggiori, diventa più complesso e costoso propagare e rilevare le microonde in un criostato. Dal lontano infrarosso fino alla gamma sub-THz, l’accoppiamento nello spazio libero risulta difficile per via della mancata corrispondenza tra lunghezza d’onda del fotone e dimensioni delle singole nano- o micro-strutture. Il team ha proposto e realizzato uno spettrometro basato su una giunzione Josephson (JJ) su chip, che supera queste difficoltà e permette di esaminare le proprietà elettroniche dei sistemi mesoscopici tra 2 GHz e 2 THz. La tecnica non permette solo di raggiungere una gamma di frequenza oltre la portata dei convenzionali metodi a microonde e ottici, ma si prevede che lo spettrometro abbia una larghezza di linea delle emissioni ridotta rispetto a quelle delle migliori sorgenti, una sensibilità elevata comparabile a quelle dei migliori rivelatori e la capacità di accoppiarsi in modo uniforme su chip con sistemi mesoscopici sull’intera larghezza di banda. L’ampia larghezza di banda e l’accoppiamento su chip permettono transizioni successive regolate da un parametro esterno, come ad esempio un campo elettrico in grafene o il flusso magnetico nei circuiti superconduttori. La nuova tecnica è stata applicata per la prima volta per studiare le coppie di Cooper nei superconduttori. La misurazione delle eccitazioni delle coppie di Andreev nei contatti atomici superconduttori e lo sviluppo e l’applicazione di una seconda tecnica spettroscopica hanno portato alle pubblicazioni su stimati giornali supervisionati da esperti in materia. Recentemente, i ricercatori hanno lavorato alla realizzazione di uno spettrometro a giunzione Josephson di seconda generazione e alla manipolazione delle coppie di Andreev. In uno sforzo collaborativo, sono riusciti a ottenere un campione di grafene di alta qualità per l’analisi, utilizzando lo spettrometro a giunzione Josephson. Questo lavoro pionieristico ha dato vita a un nuovo potente strumento per la ricerca fisica mesoscopica, facendo luce sulle eccitazioni di Andreev e aiutando a lanciare la promettente carriera del team del Marie Curie.

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